L’approfondimento – di R. Muni: “Buona fortuna, Maurizio”
Giovedì scorso Maurizio Sarri è stato ufficialmente presentato al pubblico bianconero. In giacca e cravatta ha fatto un certo effetto, abituati come eravamo a vederlo sempre vestito con comode tute. Il toni (come i fiorentini chiamano la tuta) è più adatto ad un campo di calcio, aveva affermato il buon Maurizio, durante il triennio napoletano. Effettivamente, in sala stampa il completo ci può stare, è solo questione di abitudine. Quello che non è andato giù al popolo del Napoli è stato l’atteggiamento remissivo oltre che fedifrago, dell’ex comandante. Siamo tutti d’accordo che sarebbe incoerente restare fedeli ad una moglie da cui si è divorziato ma è altrettanto sbagliato, dal punto di vista umano, rinnegare il passato. Ancora più sbagliato è rinnegare i colori per i quali si tifa (oppure si è tifato) e grazie ai quali la carriera professionale ha avuto una svolta determinante. Caro Maurizio, eri proprio tu che accusavi il sistema Juve che ti aveva impedito di coronare il sogno che tutti noi avevamo nel cuore. Eri proprio tu a recriminare il fatto di giocare sistematicamente dopo la vecchia signora. Qualcuno ironicamente ha detto che, da adesso in poi, giocherai sempre in concomitanza con loro. Caro Maurizio, quel palazzo da andare a prendere, non era lo scudetto, come vorresti farci credere…ca nisciuno è fesso! Quel palazzo senza tinte è altro ed è finalmente accessibile per te, che ci sei entrato dalla porta principale. In pochi minuti hai rinnegato tutto quanto: il dito medio e le recriminazioni, il ruolo di comandante ed il sarrismo che, hai detto, hai appreso dalla treccani. In effetti, il sarrismo ed il suo comandante sono stati solo una nostra illusione. Eh si, perché da inguaribili romantici ci eravamo illusi che qualcuno, dopo il D10S, avesse giurato fedeltà alla nostra maglia. Evidentemente è proprio vero che di Maradona ne nasce uno ogni cento anni. Il sarrismo non è mai esistito e qualche giornalista, che ti ha spesso deriso e criticato, adesso tesse le tue lodi. Questo non mi meraviglia, né mi sconvolge, è il dazio che si deve pagare per portare a casa la pagnotta. E non mi sorprende che nessuno ti abbia rivolto le domande scomode a cui difficilmente avresti potuto dare una risposta. Nessuno ti ha voluto o potuto mettere in difficoltà, bisognava essere allineati. Chi, in passato, non si è allineato è stato epurato. Questo è il palazzo, che adesso è anche un po’ tuo, almeno finché durerà. Non credo, infatti, che sarà facile per te sedere su quella panchina, perché nemmeno i tuoi nuovi tifosi hanno dimenticato chi è stato Maurizio Sarri. Credo che nessuno, a Napoli, vorrebbe essere nei tuoi panni e proprio per questo, caro Maurizio, ti auguro buona fortuna, ne hai davvero bisogno.
a cura di Riccardo Muni