Nuovo San Paolo e la nuova convenzione basteranno per riavere il sold out?
Un aspetto affatto trascurabile, quello relativo alla fuga dei tifosi dal San Paolo. Fra le causa della stessa, ed in percentuale per nulla trascurabile, proprio l’inabitabilità dell’impianto, impossibilitato addirittura ad offrire al pubblico i servizi di primaria necessità (su tutti quelli igienici). Le Universiadi, e poi ad agosto il campionato, prima della Champions e la Coppa Italia: tante belle cose da vivere lì dove stavolta il popolo azzurro – soprattutto se poi dovessero arrivare attraenti risposte dal mercato – potrà anzitutto contare su di una “seduta” molto meno scomoda; potrà verosimilmente espletare bisogni fisiologici senza l’angoscia di doverli trattenere per non aprire quella… porta (occorrerà al contempo rendere i faretti dei bagni non trafugabili…); potrà seguire le azioni di gioco su due maxischermi (definitivi) montati nei distinti ed in tribuna; potrà distinguere maglie ed altri particolari sul terreno di gioco con l’ausilio d’un impianto d’illuminazione super (pari se non superiore a quello dell’Allianz Arena, stando a ciò che ha rimarcato l’assessore comunale allo sport Ciro Borriello).
Insomma, miglioramenti sotto ogni aspetto, funzionalità generali indiscutibilmente accresciute mediante la messa in moto d’un ingranaggio in grado di marciare anche dopo. “Oliato” dagli effetti della convenzione approvata di recente (5 anni più 5, con canone di 835mila euro, più 90mila per la pubblicità), che potrebbe favorire ulteriori investimenti/interventi. Per intanto continua a lavorare incessantemente al San Paolo un esercito d’una novantina di operai: 55 mila i sediolini da sostituire a ritmo di 1500 al giorno (l’azzurro prevalente con le varie sfumature, seguito dal bianco e giallo), per i quali si continua a procedere nel rispetto dei tempi. E se c’è già il mezzo colpo d’occhio, poco ci manca e lo stesso diventerà definitivo. Fonte: Cds