Reja: “Sarri andrà alla Juve? Sì ma lo vedrei meglio in un’altra squadra”
Il c.t. dell'Albania pronto ai suoi primi match ufficiali
Edoardo Reja, 74 anni da compiere a ottobre, sta preparando il debutto da ct dell’Albania. Ha sostituito Panucci. Non ha mai smesso con la testa, come ha detto in un’intervista al Corriere dello Sport, anche se aveva declinato le proposte in tempi recenti di Udinese, Verona e Benevento. Lo voleva De Laurentiis per il progetto Bari.
Sarri andrà alla Juve? «Penso di sì, ho questa sensazione, altrimenti non so la Juve da che parte possa andare. Sarri è un tecnico particolare, lo vedrei meglio con una squadra giovane e di qualità, i giovani lo seguono totalmente, gli anziani fanno più fatica ad accettare. Ho sentito già qualche chiacchiera in questo senso alla Juve. Lo vedrei meglio in una squadra più fresca, è molto esigente e meticoloso dal punto di vista tattico, ma resta un grande allenatore».
Non aveva detto di ritirarsi? Troppo forte il richiamo di una panchina? «E’ vero, avevo detto “finisco con i club” ma se capita l’occasione di una nazionale, la tengo in considerazione. E’ capitata. Non c’è lo stesso stress quotidiano, ma si avverte una responsabilità grossa. Qui in Albania c’è una passione travolgente per il calcio. Somiglia a Napoli, la gente ama la nazionale e i suoi giocatori. Questa vicinanza, mi dà energia. Era quello che mi serviva. Penso si stia lavorando bene, siamo entrati subito in sintonia. Il ritiro è iniziato lunedì, ma ero al lavoro con un gruppo ristretto già dal 15 maggio. In Grecia e in Svezia i campionati finiscono prima. I giocatori più importanti sono sparsi in Europa. Arrivano con mentalità e filosofie differenti, da smussare. Sono alla prima esperienza. La difficoltà principale del ct, a parte conoscere le caratteristiche dei giocatori, è creare un’identità unica».
Come ha fatto l’Albania a convincerla? «Mi ha telefonato il presidente Duka. Mister che intenzioni ha? Se posso essere utile, io sono disponibile. Ne abbiamo parlato, ho visto la partita con la Turchia. Ero andato per caso, dovevo stendere alcune relazioni su qualche giocatore seguito da Napoli e Atalanta. Mi ha telefonato anche il primo ministro Edi Rama. Lo avevo conosciuto nel mio albergo vicino a Ponte Milvio, veniva a vedere la Lazio, è un grande tifoso della Juve. Mi aveva chiamato per convincermi».
L’8 giugno il debutto in Islanda e poi l’11 in casa con la Moldavia. Un migliaio di panchine in carriera e ora l’Albania. «Posso dirlo con orgoglio, dopo 35-36 anni di attività da allenatore mi sento ancora in forze dal punto di vista fisico. Ho firmato sino a novembre, sono 6 partite ufficiali, mi hanno proposto il contratto per altri due anni. Ho detto aspettate e vediamo se siamo compatibili, se arrivano i risultati, se si può lavorare verso il futuro. Se tutto andrà per il verso giusto, andremo avanti per altri due anni».
Cosa le hanno chiesto? «Di fare bene, di cercare la qualificazione per l’Europeo 2021. Tolta la Francia, penso si possa essere competitivi con tutte le altre, compresa la Turchia. Ce la metteremo tutta. Rispetto per tutti, paura di nessuno, non ci sono partite scontate. Ho parlato con i giocatori, ho trasmesso convinzione. Mi sembra ci sia armonia. Quando scendono in campo sono orgogliosi. Sentono la partecipazione e di rappresentare il Paese, a volte sono talmente carichi da finire fuori giri. Anche in allenamento. Sabato cominciamo in amichevole con l’Under 21 albanese, così vedrò all’opera anche qualche ragazzo».
Cosa ha promesso Reja ai tifosi albanesi? «Impegno totale, spirito di sacrificio, tanta sofferenza. Credo molto nel gruppo. Ci sono qualità, se tireremo fuori il 100 per cento, ci prenderemo qualche bella soddisfazione. I giocatori, mi dà l’impressione, sono carichi. C’è fiducia. Vedo grande voglia, serenità. L’Europeo è un sogno. Perché i sogni si avverino bisogna crederci, c’è una sola cosa che impedisce di concretizzarli ed è la paura di non farcela, non bisogna avere dubbi».
Tare la sta aiutando? «Sì, certo. Mi ha dato una grossa mano, abbiamo parlato di giocatori. Sono andato un po’ in giro per l’Europa a vederli, ma Igli ha una conoscenza più profonda. Mi sono confrontato con le sue valutazioni. Lo devo ringraziare, mi ha dato una mano per venire in Albania, ha speso belle parole nei miei confronti con la federazione e con Edi Rama. Ho un solo rimpianto legato alla Lazio. Essere andato via nel 2012 dopo un bel lavoro: lasciai la tavola apparecchiata a Petkovic».
L’Atalanta in Champions. Sorpreso? «No. L’avevo dichiarato, con il lavoro che stavano facendo ci potevano arrivare. Gasp ha grandissimi meriti, ma conta anche la società. Gli hanno messo a disposizione giocatori forti, lui è riuscito a valorizzarli al massimo. Nella passata stagione era andato avanti anche in Europa League. Società all’avanguardia, centro sportivo, non manca niente. C’è una struttura straordinaria, dalla famiglia Percassi al ds Sartori. Hanno centrato la Champions e con quei 40-50 milioni non avranno bisogno di cessioni, confermeranno tutti i big e se la giocheranno alla grande. Gasp avrà avuto la promessa di migliorare la rosa».
La Lazio, invece, sembra in sospeso. «Penso che Inzaghi resti. Sono tutte chiacchiere. Avranno già programmato la squadra. Hanno centrato obiettivo importante come la Coppa Italia. Ci sono valori importanti, forse meritavano una posizione migliore in campionato, sono andate male alcune partite alla portata. Non deve succedere di perdere in casa con il Chievo, stavano giocando un calcio straordinario. Hanno avuto qualche problema dietro con Radu. E’ mancato Milinkovic rispetto alla passata stagione. Certi giocatori, quando hanno richieste, è meglio darli via».
Il Napoli, l’anno prossimo, potrà ambire allo scudetto? «Penso di sì e mi piacerebbe molto, le aspettative della piazza sono quelle, ma anche quest’anno il Napoli ha fatto il suo campionato: 79 punti rappresentano una media altissima. Poi, se trovi la Juve, diventa difficile. Ma possono mantenersi a certi livelli. E Ancelotti ha le idee molto chiare, se interviene con 3-4 rinforzi mirati, di qualità, accorcia il gap e può entrare nella corsa scudetto. Il Napoli ha bisogno di qualche ricambio che possa portare una ventata di qualità e gioventù. Il prossimo anno sarà più vicino alla Juve».
La Redazione