Già spunta la formazione e il mercato di Sarri alla Juventus, c ‘è chi va via e chi arriva
Il mercato spesso è il magazzino che tu hai sotto casa, roba di eccellente qualità. Da rivalutare o da valorizzare ulteriormente, cambia poco. Il magazzino della Juve è ottimo e abbondante, una manna per Maurizio Sarri promesso sposo e in attesa di formalizzare (calma). La missione anti-Allegri, la ripartenza, la riconversione tattica. Buttiamo lì, in ordine sparso: Miralem Pjanic, Daniele Rugani, Paulo Dybala e Federico Bernardeschi. Sullo sfondo c’è Gonzalo Higuain, la legittima pretesa di rientrare dalla finestra Juve laddove uscì – nell’estate 2018 – dalla porta principale per andare al Milan. Bernardeschi è luce per gli occhi di Sarri come ci raccontò un giorno di ottobre a Cobham: «Sono pazzo di lui, un potenziale fuoriclasse». La semplice idea di poterlo allenare vale un bonus di 15 sigarette da aspirare gioiosamente, in aggiunta ai quattro pacchetti (totale 80) mediamente consumati.
La valorizzazione del magazzino è una specialità di casa Sarri: quando sbarcò a Napoli, giugno 2015, ne trovò alcuni con il foglio di via. Tre: Koulibaly, Ghoulam e Jorginho. Incompresi, sviliti e quasi maciullati dalle voci di mercato. Oggi per Koulibaly non basterebbero 130 milioni, Ghoulam era uno dei primi tre laterali mancini d’Europa prima del grave infortunio contro il Manchester City. Jorginho, beh: questa è la vera Intuizione.
PJANIC SULLA SCIA
Jorginho ricorda la storia di Pjanic: adattato davanti alla difesa, il Napoli gli stava strettissimo quando arrivò Sarri al punto che erano state avviate le pratiche di divorzio. Bene, l’estate scorsa andò via per la modica di 65 milioni con “scippo” al Manchester City. La contropartita necessaria proprio per sbloccare il trasferimento di Sarri ai Blues. Oggi Pjanic è l’ideale filo conduttore tra l’adattamento di un ex trequartista e la necessità di esaltarne le doti all’interno di una dimensione già certificata. Pjanic è di Ramadani, l’uomo mercato Chelsea: Sarri lo avrebbe voluto la scorsa estate, niet. Lo aveva apprezzato quando allenava il Napoli e Mire stava a Roma, ma zero margini. Pjanic rappresenta il morboso desiderio di farne un Jorginho con più gol nelle gambe e una tecnica già prelibatissima.
RUGANI E DYBALA
La Juve (che ieri ha memorizzato il desiderio di Pochettino, almeno a parole, di voler restare al Tottenham) cerca un paio di difensori e sa che Giorgione (Chiellini) non è eterno. Si sta sbattendo per De Ligt, non raccoglie per ora le voci spagnole su Ramos che – giurano – vorrebbe raggiungere Ronaldo. Ma presto scoprirà che il rinnovo di Rugani magari era una benedizione del destino. Per Rugani proprio Sarri aveva chiesto follie al Chelsea: sul piatto 50 milioni, chi non ci crede se ne faccia una ragione. Paratici chiuse le finestre, se riconsegnasse Rugani a Sarri avrebbe in cambio un virgolettato sicuro “per me è tecnicamente uno dei migliori centrali d’ Europa”. Dybala proprio ieri ha chiosato: «Voglio restare». Sincero. Allegri ha dimostrato di essere un allenatore top, ma con Dybala non si sono presi e non si sarebbero presi. Dal magazzino secondo Sarri può trattarsi di un nuovo Mertens, possibilmente da riavvicinare alla porta. Anzi: rigorosamente. E con Higuain come faremmo? Sarri pensa che un ritorno in serie A ripristinerebbe il migliore rendimento. Però, Ronaldo non sarebbe perfetto per il 4-3-3 da attaccante esterno con Higuain punta centrale. Quindi si potrebbe rivisitare il sistema, passando al 4-2-3-1 per non sprecare il potenziale. E magari scegliendo con calma chi eventualmente sacrificare tra Douglas Costa (perfetto per il 4-3-3) e Mandzukic. Nessuno ha l’obbligo di correre, c’è tempo.
QUALE MERCATO
La Juve dovrà indovinare due o tre mosse, comunque privilegiando un paio di uscite. Un centrocampista di provata fisicità, gli indizi sono quelli di Milinkovic-Savic (o il costosissimo Pogba, senza trascurare Rabiot), piuttosto che quelli di Barella. Quest’ultimo era stato cercato dal Chelsea a gennaio, per ammissione di Zola, ma c’è anche l’Inter da mesi. Per Chiesa esiste una bagarre Paratici-Marotta già in atto e bisognerà fare qualche calcoli con gli esuberi. Ma ci saranno mosse in ogni settore: noi pensiamo sempre che Hysaj sia un fedelissimo mai dimenticato.
La scelta di Agnelli nasce proprio dall’impellente necessità di fare del 4-3-3 (o di eventuali varianti tattiche) la massima espressione dell’attuale potenziale tecnico. Tanto, Sarri il mercato lo subisce volentieri: è l’abissale differenza con Allegri che avrebbe chiesto un restyling quasi totale. A Sarri piace molto più entrare nel magazzino, abbassare la saracinesca e lasciare tracce indelebili. Stavolta con un motivo in più: vincere. Fonte: CdS