Presidente Uva, in tanti non si fidano di questa riforma che si teme possa ridimensionare il valore dei campionati nazionali.
«È un timore ingiustificato. Perché nessuna decisione è stata presa, né verrà presa nei prossimi mesi. L’Uefa ha posto in essere un processo di consultazione, ascolterà le proposte e alla fine deciderà per il bene di tutto il calcio europeo. è una ulteriore evoluzione della competizioni che dal 1992 ad oggi ha più volte cambiato il suo format. Per esempio due anni fa si è deciso di qualificare alle fasi a gironi direttamente 4 italiane, senza playoff. Senza il clamore che leggo in questi tempi».
In questo piano per la Super Champions c’è qualcosa che non convince, però?«Ma per prima cosa non è una Super Champions. È sempre la Champions League che conosciamo, con 32 squadre partecipanti: non si è mai parlato, e neppure mai l’Eca lo ha fatto in sede istituzionale, di wild card, di analisi storiche ponderate, del peso della storia del club o altro, di inviti, di giocare il sabato o la domenica. Per partecipare alla coppa ci si qualifica solo sul campo. Esattamente come è successo fino ad adesso. Stiamo studiando semplicemente come creare una evoluzione naturale del prodotto tenendo conto anche del miliardo dei tifosi di casa».