Al termine della vittoria di ieri sera contro l’Inter con un roboante 4-1, il tecnico azzurro Carlo Ancelotti ha analizzato la sfida del San Paolo e non solo: “Abbiamo grandi qualità, la partita con l’Inter è stata l’ennesima prova. È stata una stagione di altissimo livello nella prima parte, un po’ meno nella seconda ma la chiudiamo bene e questo dimostra la nostra professionalità. Quando non ti giochi niente ti devi affidare alla serietà del gruppo che alleni. Questa squadra mi dà grandi segnali, siamo mancati in continuità e il distacco dalla Juventus non ha aumentato le nostre motivazioni. Si è persa un po’ di qualità ma le abbiamo ritrovate in questo finale di stagione. Si può migliorare nella pressione offensiva, magari anche rischiando qualcosa e giocando uomo contro uomo dietro. Siamo una squadra che difende peggio nella propria metà campo piuttosto che in quella avversaria. Con l’Inter, che sa palleggiare alla grande, invece abbiamo fatto molto bene. E ha pesato anche l’infortunio di Albiol che ci dà sicurezza in difesa e ieri sera si è capito quanto sia importante per noi. Senza dimenticare il momento particolare vissuto da Allan”.
SUL MERCATO
“Non mi piace parlare di ruoli, poi proprio nella serata in cui i terzini hanno fatto bene. Preferisco mettermi al lavoro con Giuntoli e il presidente per trovare le soluzioni più giuste”.
VALZER DI PANCHINE
“Ma io resto qui, si sta profilando un interessante valzer di panchine, ma io per fortuna seguirò questo tourbillon da spettatore, senza esserne coinvolto. Ho altri due anni di contratto e sono felice di continuare su questa panchina”.
FAVORE AL SUO MILAN
“Io ho pensato a far vincere il Napoli. E aver favorito il Milan di sicuro non mi dispiace. Secondo me il calcio italiano non deve perdere le sue peculiarità, grande attenzione ai dettagli e concentrazione sotto il punto di vista tattico. Per trovare intensità bisogna avere spazi ampi, molti ribaltamenti, è più facile trovarlo da altre parti, le nostre difese sono molto attente, è complicato trovare questo tipo di intensità. Non bisogna perdere le peculiarità legate alla fase difensiva”.
A cura di Emilio Quintieri