Il calcio di rigore di ieri sera contro il Cagliari al San Paolo è servito per riappacificare Lorenzo Insigne con la tifoseria napoletana. Il 24 azzurro dopo la crisi del girone di ritorno, sfociata nella contestazione contro l’Arsenal, segna il goal-vittoria contro i sardi al 98′ dagli undici metri. La vittoria nella sfida di ieri non cambia la stagione azzurra ma serviva per riportare il sereno con tifo partenopeo. La frase Nemo propheta in patria (Nessuno è profeta in patria) rappresenta alla perfezione la situazione dello scugnizzo. Perché la gente ti chiede il 200% solo perché sei nato e cresciuto a Napoli. Ma Lorenzo, dopo qualche mese difficile, sembra aver ritrovato il suo equilibrio. Sia nel rapporto con Ancelotti sia col pubblico che prima lo fischiava. Mentre adesso chiede al proprio calciatore di rimanere per riprovare l’assalto al sogno Scudetto.
LE PAROLE DEL 24 AZZURRO
Al termine del match le parole di Insigne sono state piuttosto eloquenti: “Sono contento del gol e della vittoria. Essendo il capitano, è una responsabilità enorme per me. Ma ne sono orgoglioso, ci tengo tanto a questa maglia e farò di tutto per portarla sempre in alto. Aspetto il presidente. Personalmente io ho dato massima disponibilità per continuare. Era importante chiarirsi per andare avanti insieme. Non c’è mai stata volontà di cedermi. C’era qualche incomprensione ma era importante chiarirsi e ora continuare a lavorare. A questo punto spero solo che arrivi presto la firma per il mio rinnovo col Napoli. Voglio restare”.
A cura di Emilio Quintieri