Non è il caso di meravigliarsi troppo. Forse è stato il rifiuto della maglia ad aver scosso maggiormente l’ambiente, ma anche in passato, con il presidente “scudettato”, le contestazioni non mancavano. Sul San Paolo volavano aerei arrecanti il messaggio molto chiaro “Ferlaino vattene” e sotto casa dell’ ingegnere scoppiavano bombe. Oggi come ieri cori e striscioni e Digos all’erta per evitare incidenti come in passato. Ai tempi di Lauro fu devastato lo stadio di Fuorigrotta. Capitò il 28 aprile 1963, il Napoli lottava per non retrocedere, il Modena vinse 2-0, fu una domenica di guerriglia con 62 feriti e 148 arresti, i danni arrecati al San Paolo vennero valutati in 130 milioni di lire. Allora una passione calcistica strumentalizzata per obiettivi personali e lotte politiche, oggi l’antipatia a pelle per De Laurentiis nasconde la collera per la fine di rapporti opachi e favori pretesi. Ai tempi di Ferlaino, giovedì 28 maggio 1970 fu il giorno più funesto. In occasione della partita (persa) con lo Swindon Town, finale del Torneo anglo-italiano, i contestatori sfasciarono al San Paolo. Partita sospesa e squalifica internazionale di due anni per il Napoli.
Fonte: Cds