L’opinione di Marolda sul Cds in merito al Napoli che verrà e soprattutto in relazione a quello che sarà il prossimo mercato della società. Guidato da Ancelotti, senza dubbio…
“Con tutto il rispetto per Lorenzino Insigne (appena tre gol negli ultimi sei mesi gli hanno fatto perdere l’h brasiliana prima della o finale), con tutto il rispetto, si diceva, non può essere lui la madre di tutte le preoccupazioni. No, a campionato ormai ridotto a sofferenza da vivere con rassegnazione, il dubbio, la domanda, meglio ancora: la risposta che il Napoli dovrebbe dare bella, chiara e trasparente alla sua gente non è: “resta o non resta il giovanotto?”, bensì: da dove si riparte e con chi si ricomincia? Insomma, qual è il progetto per il futuro immediato e per quello un po’ più in là? Qui, è ovvio, ognuno ha il diritto di pensarla come vuole, ma stringendo stringendo alla fine le scelte sono due: ripartire da questa formazione dicendo addio solo a chi vuole andare via o a chi si presenta con irrinunciabili offerte di danaro, risistemando il vecchio impianto con due o tre piedi nuovi e magari esperti, oppure ritenere chiuso un ciclo e – dopo un anno di studio ed accomodamento – rivoltare la formazione e cominciare un’altra storia?
Ebbene, i profili (età, ingaggio, costo del trasferimento) che il Napoli rincorre farebbero pensare alla seconda soluzione. Ovvero, a una squadra riscritta in nome e per conto delle teorie dell’allenatore e senza oltraggio ai conti della società: su questo equilibrio si giocherebbe, dunque, il futuro azzurro. Comunque sia, l’una o l’altra soluzione peserebbe allo stesso modo sulle spalle dell’egregio signor Carlo, il quale – sempre con tutto il rispetto, si capisce – non può cavarsela affermando che la “garanzia” che può dare alla gente e alla città è solo «il totale impegno verso l’ambiente e la società che amo e stimo». Non basta. Non può bastare. Perché quel “totale impegno” è un dovere che non può essere ridotto a garanzia e perché se si ha la buona sorte di avere in panchina uno con la sua storia e i suoi successi è lecito aspettarsi assai di più. Cominciando da un decisivo attivismo sul mercato. Come fece Benitez, per capirci. Una, due, dieci telefonate e arrivarono Albiol, Reina, il Pipita, Callejon e pure Koulibaly: gente che ha segnato per anni il percorso azzurro e lo segna ancora. Bene, ora tocca a lui, ad Ancelotti, orientare le scelte tecniche della società. Nel segno del rinnovamento, sì, ma anche d’una maggiore qualità. E lungimiranza. Non come a gennaio scorso, quando con troppa frivolezza lasciò andare Rog e Hamsik senza ottenere nulla in cambio”.