Bruno Giordano: “Insigne? Al suo fianco ci vuole un leader. Ecco chi comprerei in estate”
L'ex bomber degli anni '80 del Napoli al CdS
Il 9 novembre del 1986, quando si ricominciò a scrivere la Storia di quell’epoca. Il Palazzo, ieri come oggi, cioé Torino, è un’ombra che s’allunga sino a Napoli, dove Bruno Giordano passeggia e riflette, ripensando a quel che fu e a ciò che potrebbe semmai essere come ha detto all’intervista al Corriere dello Sport.
Vince sempre la Juventus, oggettivamente i più bravi. «Erano già forti poi ci hanno aggiunto Bonucci, Cancelo, Emre Can e pure CR7, tanto per non esagerare. Hanno ampliato il solco e dunque bisogna che tutti gli altri si diano una mossa, altrimenti fra trent’anni avranno messi assieme trentotto scudetti di seguito. Hanno soldi, una struttura che è stato costruita per imporsi e resistere: però ci sarà anche un momento in cui sbaglieranno qualche scelta e sarà in quegli istanti che bisognerà approfittarne. Intanto, vanno avvicinati».
Il Napoli secondo non basta più alla gente. «Ci sono ragionamenti da fare, di testa e di pancia: il Napoli ha rappresentato anche quest’anno la rivale della Juve, solo che adesso la forbice s’è ingigantita e venti punti di distacco sono tanti; io capisco i tifosi, vogliono vincere o vivere un’emozione, sentendosi protagonisti. E invece la coppa Italia è durata niente e l’Europa League è finita ai quarti».
La garanzia è….? «Carlo Ancelotti, l ’àncora a cui aggrapparsi. Che adesso indirizzerà le scelte, magari anche battendo un pugno sul tavolo: a questa squadra manca la personalità e lui è in grado di sapere chi ne abbia, dove scorgerla, come acquisirla».
Il Progetto esiste….? «Io lo vedo in Meret, in Koulibaly, in Allan, in Fabian Ruiz, in Zielinski, in Insigne e potrei anche aggiungerne altri, perché l’organico ha valori: questa è qualità, anche alta, che va però sostenuta con uomini che abbiano, come detto, personalità e sappiano trasmetterla. A me l’organizzazione del Napoli di De Laurentiis piace, ma la svolta può avvenire soltanto attraverso scelte mirate, profili pieni di autorevolezza. Il prossimo step è questo».
Insigne è un tormentone…. «Ho il sospetto che la fascia sia divenuta un peso eccessivo e che forse la società e Lorenzo potrebbero anche parlarne serenamente. Ma io sgombererei anche il campo da qualsiasi altra interpretazione: Insigne non si cede, uno come lui rientra tra i pilastri tecnici, semmai gli darei tranquillità con una delle figure di spessore che finirebbero per far bene a lui e ai compagni. E’ l’assenza di leader che si avverte».
Giordano, scelga un nome da Napoli…. «Io punterei su Cavani, perché ha 32 anni ma ha pure la forza di resistere a certi livelli per almeno un triennio; perché è un uomo che catalizza l’attenzione e scatena l’entusiasmo; perché segna e non mi sembra che possa dispiacere; e perché basta la sua presenza per far avvertire autostima all’intero ambiente».
La Redazione