Approfondimento – di R. Muni: “Nostalgia di Marekiaro”
Caro Hamsik, senza te non è più lo stesso Napoli. Non è solo un attacco di appucundria, arrivato all’improvviso durante una riflessione su quello che poteva essere e non è stato, nella stagione dei rimpianti. È anche e soprattutto una constatazione dei fatti, eseguita numeri alla mano; un confronto tra i due trend della squadra azzurra, prima e dopo Marekiaro. È accertato che la squadra di Ancelotti, negli ultimi due mesi, sia piombata in una crisi di gioco e di risultati. Le grandi prestazioni nelle gare di Champions, in cui la squadra azzurra ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato, sono ormai un lontano ricordo. Il cammino in coppa Italia e quello in Europa League sono, in tal senso, emblematici. In coppa Italia, dopo aver eliminato il Sassuolo, la squadra di Carlo Ancelotti ha alzato bandiera bianca in casa del Milan, squadra tutt’altro che irresistibile. Sebbene fosse ancora un calciatore del Napoli, Hamsik non giocò nemmeno un minuto di gara. Era il preludio alla sua dipartita. In Europa League, dopo l’impegno con lo Zurigo, di difficoltà pari ad un allenamento infrasettimanale, c’è stato il batticuore con il Salisburgo, a conti fatti eliminato solo grazie alle parate prodigiose di Meret. L’eliminazione è arrivata per mano dell’Arsenal e fin qui ci può anche stare. Quello che proprio non ci sta è che, in centottanta minuti, mai il Napoli è riuscito a rendersi pericoloso in area dei gunners, che pure non sono famosi per avere una difesa bunker. Assenza di gioco e di idee, livello agonistico sceso sotto i livelli di guardia. Continue amnesie difensive è troppi gol subiti, a fronte di tante occasioni create ma troppo pochi gol realizzati. In campionato, le recenti prestazioni contro Empoli, Genoa e Atalanta (un solo punto racimolato su nove disponibili, tre gol fatti e cinque subiti), sono emblematici dell’involuzione della squadra. Non è un caso se questa involuzione sia iniziata con l’addio del nostro capitano. Inizialmente, Fabiàn Ruiz sembrava l’uomo giusto per assumere le redini del centrocampo partenopeo, colui in grado di raccogliere l’eredità di Marek Hamsik e sopportarne il peso. Zielinski, di contro, sembra più a proprio agio sulla fascia sinistra, piuttosto che al centro, in coppia con Allan. Il calo di forma del centrocampista proveniente dal Betis ha, con ogni probabilità, influito sul calo di rendimento di tutta la squadra. A fine stagione, Carlo Ancelotti tirerà le somme e renderà noto alla proprietà i promossi ed i bocciati, oltre ai profili giusti per dare vita al Napoli che ha in mente. Mancherà Hamsik e non sarà facile sostituirlo ed anche questo sarà un nodo che il tecnico di Reggiolo dovrà sciogliere, confidando sulla sua enorme esperienza.
a cura di Riccardo Muni