Il Cds chiede ad Ancelotti, c’è un modulo  definitivo per la squadra?

Il primo anno di Ancelitti aveva delle difficoltà che erano abbastanza prevedibili

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Nel tridente, e poi subito fuori, attraverso «rivoluzioni» che appartengono alla cultura di un uomo che può maneggiare come vuole qualsiasi tipo di sistema, rifugiandosi nell’albero di Natale, «assorbendo» la difesa a tre e mezzo, ingegnandosi a rimodellare Fabian Ruiz ma anche Callejon in mezzo al campo e poi Insigne (e/o Mertens) da prima o da seconda punta e semmai da esterni. Il primo anno del dopo-Sarri, secondo il CdS, quello di una squadra prepotentemente codificata, s’è portato con sé le difficoltà prevedibili d’un cambiamento divenuto necessario per fondersi con le ideologie d’un allenatore che ora può indirizzarsi con certezza nel futuro, attraverso un modello di calcio che gli appartenga, che sia completamente il suo, e che trasmetta anche le emozioni che s’avvertono al fianco dei trofei. Ce n’è uno soltanto o saranno vari? 

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La Redazione

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