Una partita paradigmatica, Milan-Lazio, semifinale lontana, per i mesi passati tra andata e ritorno, di Coppa Italia. Senza la Juventus con le sue doppiette – dal 2015 al 2018 sempre scudetto e Coppa – si è aperto un varco per le outsider, ma non ha cambiato la strategia, al ribasso dei club. Il fatto non riguarda solo Milan e Lazio, ma in generale l’approccio delle società alla loro attività. Juventus a parte, le squadre italiane vivono in questo precario equilibrio tra nobiltà e miseria, senza darsi una spinta che non sia quella del piccolo cabotaggio, tra processi, passi avanti che non vengono confermati, passi indietro inattesi, assenza di continuità. Si punta a strappare il più possibile dal momento, senza una programmazione seria, senza che ci sia un progetto da portare avanti. Si arriva a questo punto della stagione agonistica con il miraggio dell’Europa, spesso con un solo posto in Champions League a disposizione o la Coppa Italia, “finalmente” (dal punto di vista delle altre) liberata dalla Juventus.