Com’è dura sfatare il detto del nessuno è profeta in patria! Magari combattendo quella sorta di pregiudizio, del San Paolo nei confronti di Lorenzo Insigne. Il capro espiatorio in qualsiasi crisetta d’identità, il “colpevole” a prescindere: e fa niente se la seconda Coppa Italia sia nata con quel tiro a giro che poi, ogni volta che finisce oltre la traversa, scatena uno stadio incapace di frenarsi. E’ la condizione, per niente ideale, di chi cerca d’affermarsi in casa propria, dove si è nati, abbattendo le convenzioni e i luoghi comuni e quella cappa opprimente che diventa una sorta di catena psicologica o anche un borbottio della coscienza (ribelle) che poi induce a reagire umanamente al primo fischio. E si potrà discutere sulla personalità per riuscire a resistere a questo stress eterno da competizione o anche agli atteggiamenti d’insofferenza: perché le fasce da capitano a volte pesano.
Fonte: Cds