Valverde, dalle giovanili del Peñarol alla gara di ieri

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Quando l’attuale allenatore del Napoli vinceva la Decima Champions con il Real nella finale del 2014 contro l’Atletico, Valverde era ancora nelle giovanili del Peñarol. Un anno dopo, senza avere neanche una presenza in prima squadra, Florentino Perez convinse i suoi genitori ad accettare l’offerta per il trasferimento alla Casa Blanca, rispedendo al mittente quella dell’Arsenal.
Rimasto in Uruguay fino ai 18 anni, Federico ha poi spiccato il volo per l’Europa, giocando un anno nel Castilla, la squadra B del Real Madrid, uno al Deportivo La Coruña in prestito e, quest’estate, approdando finalmente in prima squadra, voluto da Lopetegui per sostituire Kovacic, passato al Chelsea. Né con l’ex ct della Spagna né con Solari, però, ha trovato molto spazio, chiuso dal trio Modric-Casemiro-Kroos. Impiegato quindi con il contagocce nell’undici titolare: 4 volte in Coppa del Re, una in Champions (ko con il Cska) e una in campionato (ko interno col Betis).
Ieri, invece, grazie alla fiducia di Zidane ha tenuto in mano una squadra dai due volti: uno orribile, quello del primo tempo, l’altro spettacolare, nel secondo. La sua partita è stata un crescendo e con pochissime sbavature. Giocate di prima, tanto filtro, qualche sgroppata ma, ciò che ha impressionato, è la disciplina tattica che ha mostrato per tutti i novanta minuti.
Gli manca un po’ di “garra”, viste le sue origini uruguaiane, ma a 20 anni (21 il 22 luglio) è qualcosa che gli si può ancora perdonare. El Pajarito, d’ora in poi, avrà ancora più spazio nelle ultime partite di campionato. Non una buona notizia per il Napoli, che vedrà sensibilmente crescere il costo del suo cartellino. Fonte: CdS

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