L’approfondimento – di Riccardo Muni: “Senza la testa”
È difficile trovare le giuste motivazioni, quando davanti a te c’è un distacco abissale e dietro di te pure. È difficile trovare motivazioni quando il campionato non offre più stimoli e l’unico obiettivo possibile, la qualificazione alla prossima Champions League, è pressoché blindato. È difficile trovare la giusta concentrazione, quando nella testa c’è un unico pensiero dominante: l’Arsenal. Sono questi i commenti predominanti, espressi al termine della partita del Castellani di Empoli. In effetti, la mancanza di motivazioni sembra la teoria più plausibile per spiegare la debacle del Napoli in terra toscana. Una debacle che ha riguardato il gioco, anzi la sua totale assenza, piuttosto che il risultato. In effetti, grazie soprattutto ad un paio di interventi provvidenziali di Meret, il passivo è stato di un solo gol ma è stata la prestazione inconsistente della squadra azzurra a lasciare l’amaro in bocca. Poiché non è verosimile che la squadra che, appena tre giorni prima, aveva sbancato l’Olimpico di Roma, sponda giallorossa, sia diventata di colpo una compagine piccola piccola, è il fattore mentale che ha fatto la differenza. Che il Napoli avesse lasciato la testa negli spogliatoi lo si è capito quando Koulibaly ha regalato un calcio d’angolo alla squadra di Andreazzoli. Mai avevamo visto lo stopper senegalese in difficoltà come contro Farias, che più di una volta ha vinto il duello in velocità con il suo controllore. Nella serata toscana di metà settimana, oltre a Meret si è salvato solo Zielinski, ex di turno, che con il gol del momentaneo pareggio, aveva illuso un po’ tutti. Reparti scollegati, assenza di gioco e mancanza di idee. Younes e Ounas che hanno girato a vuoto, alla ricerca del giusto fazzoletto di campo, senza mai trovare il guizzo giusto; Milik isolato e sconsolato al centro dell’attacco partenopeo, che non ha avuto un solo pallone giocabile in novanta minuti; azzurri costantemente surclassati nei contrasti. In altre parole, una delle peggiori prestazioni della nostra squadra del cuore, degli ultimi anni. La sensazione che si è avvertita, è che nella testa di squadra e allenatore, abbia prevalso lo spirito di conservazione ed abbia vinto la paura di farsi male. Ecco che si spiegherebbe la gamba tirata indietro nei contrasti di gioco. D’altronde, i quarti di Europa League sono un appuntamento a cui nessuno degli azzurri vorrà mancare. Ritengo, quindi, inutile innescare processi per una sconfitta, che pure ha lasciato l’amaro in bocca. Il pubblico del Castellani ha saputo dare una lezione di civiltà a piazze calcistiche più grandi e più blasonate. Novanta minuti di cori piacevoli e tifo incessante, senza razzismo e senza tirare in ballo il Vesuvio…un’autentica rarità. Chapeau Empoli! Tra gli azzurri e la sfida di Londra, che Carlo Ancelotti ha definito affascinante, c’è ancora un appuntamento di campionato, al San Paolo con il Genoa. Sarà l’occasione per dire grazie ai supporters rossoblu che, mercoledì sera, durante Genoa-Inter, hanno risposto per le rime ai cori razzisti contro Napoli, intonati dai tifosi nerazzurri. Il clima fantastico dello storico gemellaggio con i tifosi del grifone, che quest’anno compie 36 anni, saluterà la squadra azzurra in partenza per Londra.
A cura di Riccardo Muni