La Gara Napoli/Udinese: Milik è un carro armato, Napoli è pazza di lui
Napoli-Udinese è una partita scioccante nel suo incedere, tatticamente per un po’ sgrammaticata, interpretata con una spregiudicatezza insolita dagli uomini di Ancelotti e da una prudenza difensiva devastante per quelli di Nicola: finisce 4-2 al termine di evoluzioni imprevedibili. Il Napoli senza Albiol, senza Insigne, senza Chiriches, senza Diawara, è un inedito cui Ancelotti affida il compito di definire il futuro: e in quel laboratorio, a sorpresa, entra Amin Younes, per un anno sopraffatto da accidenti di ogni genere e specie, che esce dal suo personalissimo tunnel e va a graffiare la nottata con un gol che è un murales. E’ calcio d’avanguardia, si direbbe 4-2-4 per gli amanti delle descrizioni, in cui però c’è poco ordine e raro equilibrio, ma al Napoli basta per sfuggire, per mettere tra sé e l’Udinese è una distanza apparentemente irraggiungibile con il raddoppio di Callejon (sempre ispirato da un leggiadro lancio in verticale di Younes e poi da Mertens): e quando sembra che ormai si sia finiti sui titoli di coda, l’Udinese riemerge approfittando della suadente leggerezza del Napoli. E’ un calcio trasgressivo, che affascina nella fase di possesso e disorienta in quell’altra: il campionato non ha orizzonti da schiudere e Ancelotti lo sfrutta per capire dove arrivi il talento di quegli uomini, ormai padroni della qualificazione in Champions, però ad un certo punto «narcisi» nel loro incedere. L’Udinese può approfittarne, lo fa, non trovando dighe dinnanzi alla propria disperazione, si avvicina con Lasagna, pareggia con un indemoniato Fofana, e quando sospetta di avere imboccato la strada maestra per la salvezza, va a sbattere nel Napoli-2, quello che nella ripresa ritrova uno Zielinski illuminante e un Mertens estroso: ma è cambiato l’atteggiamento degli esterni – soprattutto quelli difensivi – e dunque ne ha guadagnato l’assetto, avendo là davanti talmente tanto fosforo e anche fisicità da poter attendere il momento giusto. Milik è un carrarmato, su un pallone nel mischione da angolo, demolisce Mandragora e ristabilisce le gerarchie. Fonte: CdS