Oliva sulle Universiadi: «Ci metto la faccia, ma si rischia il flop»
Il 22 giugno del 2017 la fiaccola olimpica dei Giochi Universitari arrivava a Napoli, accompagnata da tedofori d’eccezione: Davide Tizzano, Sandro Cuomo e Patrizio Oliva. Da luglio si lavora ventre a terra ma i ritardi sono enormi. Patrizio Oliva è preoccupato: «Sono stato il primo ad accettare e mettermi a disposizione. Per noi napoletani avere le Universiadi è qualcosa di bello. Questa è la città più indicata per le Olimpiadi degli universitari visto che le Olimpiadi sono nate in Grecia. Napoli è una città greca dove è nata la prima università al mondo, la Federico II. Tanta storia, altrettanti ritardi.
È preoccupato? «Certo che lo sono. In questa situazione tutti ci stanno mettendo faccia e impegno. Alla fine se le cose andranno male ci rimetterà la città come immagine e questo non è né pensabile né concepibile».
Cosa la preoccupa maggiormente? «Mi preoccupano le diatribe tra Regione e Comune. Già la pubblicità spesso non è bella, se ne parlerà male. Ed invece noi napoletani siamo un popolo di stakanovisti, fantasiosi, sappiamo organizzare. Voglio chiarire che in caso di difficoltà il problema non sarà di chi ci ha lavorato sodo ma di chi ci ha portato in questa direzione. E vero che negli ultimi mesi si sta lavorando di più ma prima eravamo praticamente fermi. Io da napoletano mi metto a disposizione ma è triste vedere che si rischia l’insuccesso».
Lei fu anche il primo difensore della napoletanità inimicandosi Tardelli ed il presidente del Coni, Malagò. «La questione di Tardelli fu interpretata male dal presidente del Coni. Io, rifiutando l’ipotesi che Tardelli potesse essere il testimonial delle Universiadi come voluto dal Coni, ho difeso la dignità dello sport napoletano che vanta olimpionici come Rosolino, Porzio, Cuomo. Oltretutto un personaggio proveniente dal calcio che tutto interpreta meno che i valori spartani. Se c’è bisogno di un testimonial non si deve andarlo a trovare fuori dalla nostra città. Abbiamo fior di campioni».
Fu accusato anche di avere un tornaconto personale. «Come si fa ad avere un tornaconto su temi come la solidarietà, la medicina, lo sport, significa essere miopi».
Come valuta le Universiadi? «Una grande opportunità per rimettere in sesto una impiantistica fatiscente che andrà a disposizione degli atleti napoletani ma ci sarebbe stato spazio anche per altro».
Per esempio? «Mi spiace che l’occasione non sia stata colta per altri impianti della città. Penso al parco dello sport di Bagnoli. Giace nell’incuria mentre si sarebbe potuto investire su quello ed avere un altro luogo di sport in città».
Che rapporto ha con i Giochi? «Il pugilato non è sport presente nel programma di Giochi. Ma hanno sbagliato perché non è più come trent’anni fa. Oggi anche i pugili sono laureati. Magari si sarebbe potuto organizzare una dimostrazione in piazza. E magari lei potrebbe partecipare visto che è insignito di una laurea honoris causa in Scienze Motorie all’Università di Foggia. Vincere una medaglia alle Universiadi. E perché no. Ma ormai è troppo tardi».
Fonte: Il Mattino