Difficile giocare un campionato mai iniziato. Gli stimoli e la competizione solo il sale dello sport e quest’anno tutto questo manca. L’opinione di Marolda al Cds:
“Alzi la mano chi ricorda un campionato come questo: praticamente mai cominciato e “ufficialmente” chiuso tre mesi prima della fine. Sì, per il primo posto una noia mortale alla quale solo il Napoli ha provato a far la guerra, anche se senza successo. E la noia, giura chi se ne intende, oltre ad essere uno stato d’animo malandato per mancanza d’interessi, mette pure l’ansia addosso. Come vincerla quest’ansia? Beh, ci sono mille modi per rimediare all’assenza di emozioni. Per il Napoli, invece, ce n’è soltanto uno: viaggiare. Viaggiare e vincere in Europa, lasciando agli altri quello di scaricare tensione e delusione riempiendo con la penna gli spazi interni delle lettere, come fanno quelli messi peggio.
Europa League, dunque. E’ questa Coppa e solo questa che ancora riserva emozioni vere, che riesce ad eccitare il Napoli entusiasta di se stesso, ma che non riesce mai ad essere felice. E allora, se è questo l’obiettivo per illuminare la stagione, non meraviglia che don Carlo rimetta mano al suo mega turn-over. L’ha fatto – anche esagerando in verità – quando voleva solo capire, sperimentare, cancellare in fretta i fantasmi del passato, figuriamoci se non lo fa adesso che risparmiare un po’ di fatica ai suoi diventa necessario. Infatti, così è stato alla vigilia del match di ritorno contro Salisburgo incrociando il Sassuolo che della fragilità del Napoli-2 s’è fatto forte e ne ha pure goduto.
Comunque sia, se da una parte il Napoli deve mangiarsi il fegato pure questa volta per aver avuto a che fare con una Juve che non si sazia mai, dall’altra può almeno sfruttare il campionato che gli avanza per un paio di cose: per misurare le forze e le fatiche per l’Europa, ovvio, ma anche per fare senza fretta la lista dei buoni e dei cattivi. Di quelli che resteranno e di quelli che invece andranno via. “O promossi o bocciati”: questo il severo avvertimento dell’allenatore. Non ci saranno “rimandati”, insomma, alla fine di quest’ultimo trimestre. Come se questi ampi, insopportabili, esagerati e comunque ineluttabili turn-over per chi nel Napoli è ancora di futuro incerto fossero davvero le ultime chance per restare e non andare. Almeno, così è per chi vuole credere che i giochi, cioé le scelte, non siano già una cosa largamente fatta. Ovvero, che Ancelotti non abbia già le idee abbastanza chiare per quello che dovrà essere un campionato con meno esperimenti, meno rivoluzioni e molta più esperienza e qualità.”