In vasca prima e a bordo vasca poi. Il napoletano Pino Porzio conosce bene la dinamica dei playoff seppure in uno sport che non è il calcio visto che da allenatore della Pro Recco e del Posillipo ha vinto ben 9 titoli. Nella pallanuoto, infatti, il campionato nazionale si assegna solo al termine di una finale tra le squadre che arrivano più avanti nei playoff.
Le piacerebbe vederli anche nel calcio? «Si tratta di un’altra impostazione e onestamente mi farebbe strano».
Perché? «Nel campionato all’italiana ogni partita ha la sua importanza e il suo peso. Se sei primo per tutta la stagione, alla fine sei tu a vincere».
Ma non solo. «Non credo sia l’ideale per il calcio italiano dal punto di vista culturale. Il calcio va oltre lo sport».
In che senso? «Il tifo è agguerrito e quelle dei playoff diventerebbero vere e proprie guerre. Non sono contro innovazioni e cambiamenti ma non oso immaginare i tifosi cosa potrebbero far succedere in caso di finale secca tra Napoli e Juventus».
Dal punto di vista sportivo cosa cambia? «Con i playoff imposti il lavoro sapendo di arrivare al top in semifinale e finale».
E durante la stagione? «Puoi anche non giocare al massimo tutte le gare perché sai bene che puoi anche arrivare primo e poi perdere lo scudetto. C’è un altro schema mentale. Se arrivi secondo e sei forte puoi vincere lo stesso. Se sei forte non hai certo paura di andarti a giocare il tutto per tutto su campi difficili come potrebbero essere quelli di Napoli e Torino».
Però nella serie A di oggi la Juventus sembra navigare a vele spiegate verso lo scudetto. «Forse la situazione del campionato potrebbe suggerire un cambiamento. In una partita secca o due su tre tutti potrebbero battere la Juve, mentre sulla corsa lunga dove conta la quantità oltre alla qualità, non c’è sfida».
Intanto non c’è il rischio che il calcio possa morire in Italia? «Il rischio c’è, per via del disinteresse dovuto allo strapotere dei bianconeri».
Lei come preparava la stagione? «Ho sempre guardato come obiettivo finale le sfide dei playoff ma avendo una squadra forte la rischiavo anche in campionato per prepararli fisicamente e mentalmente alle gare chiave. Ma non so se il calcio in questo è pronto».
Come mai? «Perché può capitare che domini il campionato per 7 mesi e poi una squalifica o un infortunio nella gara di playoff ti compromette tutto il lavoro. Sono cose che nella pallanuoto succedono eccome perché sono partite ad altissimo livello di tensione e il rischio squalifiche o quello di infortuni è molto alto».
Fonte: Il Mattino