Il futuro è già iniziato. Si vede e si sente. Ancelotti lo ha deciso da quando è arrivato. Ora ci sta lavorando. L’opinione di Ciccio Marolda sulle pagine del Corriere dello Sport:
Leader silenzioso, don Carlo? Può darsi. Di sicuro un leader preoccupato o comunque indispettito per tutto quello che il Napoli, come è capitato ancora contro il Toro, negli ultimi tempi riesce a “mangiarsi” in quanto a gol e punti. E poi un rivoluzionario, ma con la fretta addosso. Altro che trasformazione lenta dei pensieri e delle geometrie dopo tre anni di calcio sarricomandato. E’ sempre più chiaro: quando prese il Napoli, Ancelotti aveva già in mente il suo percorso e, soprattutto, non aveva alcuna voglia di aspettare per allontanare il passato e per dare alla squadra immediatamente la sua impronta. E la sua fortuna – come per chi l’aveva preceduto – è stata quella d’aver trovato un manipolo di giovanotti disponibili e leali, aperti ai cambiamenti e convinti (quasi tutti) che il progetto Napoli può essere vincente. E allora: mezza stagione per capire, spiegare, rivoltare abitudini e giocate e l’altra metà – da poco cominciata – per anticipare già il futuro (così si spiega anche l’addio al vecchio capitano ormai cinese) e per provare pure a vincere qualcosa d’importante. L’Europa League, certo. Quell’Europa League che porterebbe sì prestigio, sì entusiasmo, sì denari freschi e che confermerebbe il Napoli squadra di seconda fascia in Champions. E non è poca cosa manco questa, no?
Insomma, al Napoli il futuro è cominciato. E mentre don Aurelio annuncia che il Napoli rincorrerà tre giocatori – almeno tre – per ringiovanire e rinvigorire rosa e formazione, il popolo azzurro del pallone pretende un coinvolgimento più determinato e determinante dell’allenatore nelle scelte di mercato. Come fece, Benitez, il quale con le sue telefonate e i suoi discorsi convincenti convertì al Napoli signori come Callejon, Higuain, Reina, Albiol e poi anche Koulibaly. Ecco: che tiri fuori un paio di numeri giusti dall’agenda è quello che ora s’aspettano i napoletani da Ancelotti. Perché se è vero che il futuro è nei giovani talenti, magari da strappare alla concorrenza, è vero pure che qualità ed esperienza restano le più affidabili scorciatoie per il successo.
Fonte: CdS