Riflettori sul contratto tra la regione Campania e la società che si è aggiudicata la gestione dello stadio Collana, mentre è stata acquisita la voce dei primi testimoni. Caso Collana, lo stadio del Vomero da anni in attesa di rilancio, c’è l’inchiesta. Una vicenda entrata in un fascicolo giudiziario, con la decisione della Procura di Napoli di dare vita a un’indagine penale. In poche settimane, si è passati dallo strepito mediatico, con manifestazioni all’esterno del complesso sportivo, ad una serie di passaggi istruttori che non sono passati inosservati. Sono state ascoltate come persone informate dei fatti il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e altri esponenti dello stesso partito, vale a dire Nasti e Gaudini, per dare inizio a una serie di verifiche mirate. Al lavoro i carabinieri della compagnia Vomero, si muovono su delega della Procura di Napoli. Un fascicolo aperto dalla seconda sezione, pool di inquirenti che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione sotto il diretto coordinamento del procuratore Gianni Melillo. Ipotesi di abuso d’ufficio, anche se siamo lontani da un’ipotesi di reato, in un’inchiesta che al momento non vede soggetti iscritti nel registro degli indagati. Qual è il punto? Cosa spinge la Procura ad acquisire atti e a sentire testimoni?
LE CARTE-Si parte dal contratto del 23 luglio del 2018 tra la giunta regionale e la Giano, la srl che si è aggiudicata la gestione del Collana al termine di un lungo contenzioso amministrativo. Da allora, a partire dalla stretta di mano all’ombra di Palazzo Santa Lucia, lo scenario sembra essere rimasto immutato. Nessun intervento di manutenzione all’interno del Collana, mentre all’esterno – in altre stanze – sono accadute cose degne di rilievo: dopo Ciro Ferrara, anche Fabio Cannavaro si è sfilato dalla Giano. In sintesi, due campioni del mondo con natali partenopei – difensori del Napoli, della Juventus e della Nazionale, prima di diventare allenatori con alterne fortune – hanno girato le spalle dopo che la srl si era aggiudicata la convenzione con gli enti locali per la futura gestione dello stadio, dopo aver sbaragliato la concorrenza rappresentata da comitati di sportivi napoletani. E non è tutto. Altra novità degli ultimi mesi (che ovviamente non poteva essere valutata durante il contenzioso amministrativo) riguarda la decisione di ancorare alcuni interventi di riqualificazione dell’impianto collinare alle Universiadi, kermesse di risonanza mondiale ospitata a Napoli nei mesi prossimi. Uno scenario sul quale ha deciso di accendere un faro investigativo anche l’Anac di Raffaele Cantone (come dichiarato dal magistrato napoletano martedì mattina a radio Crc), rispondendo alle domande del campione olimpico Sandro Cuomo, a sua volta uscito sconfitto dal contenzioso giudiziario con la Giano. Ce n’è abbastanza per dare inizio a verifiche, con una inchiesta penale che potrebbe passare per le audizioni – sempre come persone informate dei fatti – degli stessi ex campioni del mondo Ferrara e Cannavaro. Massima serenità da parte dei vertici della Giano, che hanno sempre rivendicato piena correttezza nelle procedure adottate e si dicono convinti della possibilità di rilanciare lo stadio del Vomero a stretto giro. Fonte: Il Mattino
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