Uno dei 4 punti del flop – Le seconde linee tra misteri e scoperte da vedere ancora
Era il nodo centrale del loro rapporto conflittuale: dare più spazio alle seconde linee, ai giovani della squadra. Sarri puntava su undici titolari e gli altri in attesa che a uno di questi capitasse un accidenti. Il presidente Aurelio De Laurentiis non è mai stato d’accordo. Eppure, il tecnico di Figline tutti i torti non aveva. Prendiamo Maksimovic, uno che per disperazione il Napoli ha spedito a Mosca pur di farlo giocare. De Laurentiis lo ha inseguito per tre sessioni di mercato, prima di convincere Cairo a dire di sì. Ma, lasciato il Torino, ecco che si è smarrito. Colpa della difesa a 4? O colpa del fatto che le disposizioni tattiche difensive di Sarri, si dice, fossero più complicate dell’equazione di Schrodinger? In ogni caso, finito l’esilio russo, Maksimovic è stato affidato ad Ancelotti. Ma il suo rendimento è variabile. Troppo. E Diawara è lo stesso: i giovani devono applicarsi, se non lo fanno restano delle belle promesse e null’altro. La maturazione è un processo complicato: prendete Rog che nonostante le cure di un maestro come Ancelotti, per poter esplodere si è spostato a Siviglia. E che dire di Ounas? Non fa mai la differenza, anche se il suo impatto non è mai del tutto negativo. Tanto fumo e poco arrosto, un altro che pare avere sempre una voglia di emergere a fasi alterne. Il vero enigma è Diawara: quando c’era Jorginho raccoglieva le briciole, ora ha la colpa di non dare certezze: talvolta il suo è un discreto rendimento, altre volte del suo apporto non c’è traccia. E Verdi? Pare che sia stata la paura di fare la panchina con Sarri a non farlo smuovere da Bologna a gennaio dello scorso anno. Con Ancelotti, tra acciacchi e squalifiche, ha giocato cinque volte titolare.
La Redazione