Nuove regole Figc – Franco Ordine: “Così si rischia solo di aumentare il caos”

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Il calcio, la sua ipocrisia, le regole buoniste, la mancanza di educazione, i tentativi che non sono altro che palliativi: il parere di Franco Ordine…

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In materia di educazione civica del calcio italiano ho, da qualche tempo, un’evidente intolleranza all’ipocrisia e alle trovate da buone maniere che appartengono al mondo delle favole. Sono invece convinto che su questa materia molto possano e debbano fare le famiglie, innanzitutto, poi la scuola, infine quegli insediamenti come le scuole calcio dove spesso vengono replicati i peggiori comportamenti dei curvaioli.
Bene, anzi male. Or dunque il nuovo governo del calcio italiano ha appena licenziato la modifica della norma riferita alla sospensione delle partite qualora venga disatteso il secondo appello. In quel caso arbitro e giocatori possono rientrare nello spogliatoio mentre la sospensione vera e propria resta in capo al responsabile dell’ordine pubblico. A parte l’eventuale conflitto tra poteri (sensibilità di arbitro da una parte, sensibilità del rappresentante della Questura dall’altra) mi sembra che dover “misurare” l’intensità dei buu sia pratica soggetta più al ridicolo che un contributo a rendere il clima dei nostri stadi di calcio migliore.
Immagino e te li preannuncio fin da questo momento i vari audio di diversa provenienza che su un eventuale episodio invaderebbero trasmissioni televisive e radiofoniche nel tentativo di confutare la scelta dell’arbitro o addirittura quella del funzionario di polizia. Dinanzi alle immagini odierne di calci di rigori, documentate dalle cento moviole, c’è chi s’inerpica per sentieri scoscesi per dimostrare che “allora un anno fa lo stesso rigore non è stato fischiato”. Figurarsi con i buu.
La battuta di Salvini (“vogliono introdurre la scala Richter dei buu”) è una provocazione che sollecita una riflessione. Dobbiamo non guardare il dito che indica la luna ma la luna stessa e puntare a far crescere il nostro mondo impedendo che un gruppo di pochi possa avere il sopravvento sui tanti che affollano i nostri stadi e amano il calcio. 

Fonte: CdS

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