Ancelotti ha aperto la strada alle nuove regole Figc, ecco cosa succederà nel caso che…
Il calcio italiano ha reso di tutti la battaglia di Carlo Ancelotti contro i cori razzisti. «Se non ci pensa chi di dovere la prossima volta ci fermiamo noi» aveva detto il tecnico del Napoli dopo gli ululati a Koulibaly di San Siro, lo scorso 26 dicembre. Chi di dovere, in questo caso il Consiglio Federale, ieri ha approvato all’unanimità la modifica dell’articolo 62 delle Norme Organizzative Interne: non ci saranno più tre avvertimenti prima di sospendere una partita, bensì due. Ecco cosa accadrà al prossimo coro o striscione razzista: l’arbitro, su segnalazione del responsabile dell’ordine pubblico, ordinerà alle squadre di interrompere il gioco e le radunerà al centro del campo mentre lo speaker dello stadio darà il primo avvertimento al pubblico. È un deterrente e servirà a capire se e quanto i tifosi per bene sapranno emarginare le mele marce. Al secondo episodio scatterà l’ultimatum attraverso una scena fortemente simbolica: le squadre torneranno negli spogliatoi. A quel punto si deciderà se continuare la partita o farla finire lì. Quasi certamente si rientrerà in campo, ma la figuraccia – soprattutto dal punto di vista mediatico – sarà eclatante. «Lo stadio intero avrà l’opportunità per prendere le distanze da chi discrimina – è il commento del presidente FIGC Gravina – sarà un’attenuante per le società e per i tifosi». Resta la distinzione netta tra discriminazione razziale e territoriale. Questa modifica si concentra sul primo caso. Fonte: CdS