Liguori: “Esistono i poteri forti, il conflitto d’interessi è palese…”

Il direttore di TG COM24 è intervenuto per parlare del sistema arbitrale e non solo

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E’ intervenuto ai microfoni di “Un Calcio Alla Radio” di Umberto Chiariello, in onda su Radio CRC, il direttore di TG COM24 Paolo Liguori: “I giornalisti che si occupano del calcio sono sottoposti ad un sistema che non permette troppe deleghe. Esistono i poteri forti? C’è sempre stato, infatti io ho uno spirito di libertà personale nel mio mestiere che per fortuna riguarda poco il calcio. Lo scudetto del 2006 è uno scudetto di cartone per l’Inter? È uno scudetto di cartone, io non l’avrei accettata l’assegnazione. L’Inter l’ha fortemente voluta in quel momento, fu un errore quello di Moratti quello di accertarlo. Giusto non darlo né all’Inter né alla Juve? Non so se si può essere d’accordo con la Juventus. La Juventus, soprattutto, questa Juve non ha mai ammesso questa sequenza di fatti circostanziali che hanno portato a Calciopoli. 36 scudetti? Non posso pensare nulla di buono del calcio italiano, noi siamo ancora ad un sistema di calcio in cui gli arbitri non hanno una loro federazione autonoma. Fanno parte della stessa federazione di calcio e sono pagati con i soldi delle società, il conflitto d’interessi è talmente palese. Ho visto quest’ultima coppa e ho pensato l’arbitro se lo sono portati da casa, una volta che giochi all’estero a questo punto affidati all’arbitro straniero. Chi ha visto tante partite come me lo sa che l’episodio del rigore è secondario rispetto all’uso dei cartellini, fallo uguale punito in maniera diversa. Matuidi calpesta Calabria, così come Kessie calpesta l’avversario. Sul fuorigioco vi dico che l’ho rivisto una sola volta e in maniera molto veloce. Lì con grande velocità hanno fatto vedere il gol di Ronaldo e con grande velocità mi è sembrato che fosse oltre la linea. Koulibaly? Ha ragione De Laurentiis e vi devo dire che in realtà l’uso del termine furia è appropriato perché con una cosa come Koulibaly si tratta di essere furiosi ed indignati. Il paradosso è che noi abbiamo un mondo talmente subumano nelle zone più caldo della tifoseria che intona toni razzisti verso giocatori di colori. Purtroppo questo è alimentato anche da fatti politici ed esterni. Io ho conosciuto Thuram, che è uno scienziato, e Koulibaly è un secondo Thuram e ce ne sono tanti altri. A me è venuto in mente un episodio quando nei giorni precedenti si è parlato dell’esclusione delle donne in Arabia Saudita, a parte il sessismo e le questioni dei diritti in Arabia Saudita non lo scopri il giorno in cui vai a giocare. L’Arabia Saudita avrebbe potuto dire che due squadre italiane non possono venire a giocare da loro, i cui tifosi fischiano la gente dagli spalti. Non possiamo circoscrivere tutto questo solo all’Inter. Anzi l’Inter, siccome ha avuto la frustata ha reagito, altri no. Curve malavita? Non ho seguito l’inchiesta di Report, ma conosco anche retroscena che non piacerebbero nemmeno in una radio a Napoli. L’inchiesta di Report mette il dito su una piaga terribile a Torino, ma state attenti perché spesso queste cose strane che fioriscono nelle curve spesso nascondono fatti legati alla criminalità. A Milano agguato? Si erano dati appuntamento, l’ho sempre sostenuto. Anche a Roma quando ci fu la finale di Coppa Italia, c’era non un appuntamento, ma un luogo che comunque era conosciuto, il Bar di De Santis. Come mai lo Stato non lo sa? Secondo me il capo della Polizia le sa, il ministro degli interni è affaccendato in questioni di propaganda e potrebbe non saperlo, ma il capo delle Polizia le sa. La Polizia Italiana non incastra mai gruppi che fanno riferimento a fatti criminali su questioni di tifo per non regalargli un fattore di simpatia. Se li individua, li aspetta e li incastra per fatti che abbiano al centro un fatto di reato”.

Factory della Comunicazione

A cura di Emilio Quintieri

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