D’altronde quando si fa mercato è molto più facile sbagliare che indovinare le scelte. Il Napoli, in ogni caso, è tra quelle società che negli anni ha fallito meno e i risultati di questa oculatezza sono sotto gli occhi di tutti. Restano però alcune ferite aperte, ancora lungi dal rimarginarsi. Una riconduce a Edu Vargas, fenomeno con la nazionale cilena e oggetto misterioso con gli azzurri che nel gennaio del 2012 sborsarono la bellezza di 15 milioni di euro per strapparlo ad una nutrita concorrenza. Il resto è storia e attualmente il cileno (dopo aver girovagato senza fortuna tra Europa e Sudamerica), sta trovando spazio e continuità con i messicani del Tigres. Più vicino nel tempo il ricordo di Machach, arrivato lo scorso gennaio e passato agli onori della cronaca per vicende extracalcistiche, mentre due inverni fa toccò a Leonardo Pavoletti, un pesce fuor d’acqua nel calcio di Sarri. Storico l’acquisto di Datolo nel gennaio del 2009, presentato con tanto di giro di campo ma a gridare vendetta è l’anno 2016, con il Napoli alle prese con un’intensa ed appassionante corsa a due con la Juventus. Si invocavano acquisti per tenere a distanza madama ma a sbarcare a Capodichino furono Grassi e Regini, due che di fatto non videro mai il campo fino a maggio. Amarezze di un mercato invernale che (conti alla mano), ha regalato poche gioie e molti dolori. Un dettaglio che non sarà sfuggito allo scaramantico De Laurentiis. Fonte: Il Roma