Un’auto e un nome. La prima è un’Audi station wagon ed è stata sequestrata dalla Digos di Napoli, che collabora con i colleghi milanesi nell’inchiesta sugli incidenti scoppiati prima della gara tra l’Inter e gli azzurri, nel giorno di Santo Stefano. La vettura è intestata, con un leasing, al padre (incensurato) del tifoso partenopeo che, in base alle indagini, ne era alla guida quella sera in via Novara a Milano, dove è scattato l’agguato degli ultras interisti.
Peraltro, il nuovo indagato ha pure cercato di negare di essere stato presente, ma alcune testimonianze lo hanno inchiodato. Si va ad aggiungere ai quattro arresti e ad almeno una ventina di altre persone indagate, un numero comunque destinato a crescere.
L’ipotesi al vaglio degli investigatori è che l’Audi sia l’auto che ha investito Belardinelli, poi morto in ospedale. E’ stata individuata attraverso l’analisi delle immagini degli scontri. Mancava la ripresa della targa della vettura, ma gli investigatori sono arrivati al sequestro (è stata bloccata in un deposito di Napoli) anche attraverso testimonianze. Almeno altre due auto di ultras napoletani, poi, sono state individuate grazie ai filmati, ma sono in corso accertamenti per capire se siano coinvolte nell’investimento di Belardinelli. Fonte: CdS