Esclusiva di Sky Sport 24 – Giuntoli: “Sarebbe un sogno sorpassare la Juve”

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Rinnovo? Siamo vicini: io sto molto bene qui a Napoli. Lavoro talmente con il cuore che, per tanti anni, ho dimenticato la mia vita privata”.

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Cristiano Ronaldo? Abbiamo un grande rapporto con Mendes, dai tempi del rinnovo di Ghoulam. Sì, è vero, il portoghese ci fu proposto ma era fuori portata per noi. Io rimasi in silenzio, poi quando entrammo nel dettaglio ci rendemmo conto che non era un’operazione per la nostra società. La Juventus, ora, è la squadra più forte d’Europa: mettersela dietro sarebbe un sogno. Penso che se ce l’ho fatta con il Lecce, quando stavo al Carpi, posso farcela anche con la Juve”.

“Rimpianto? Tolisso. Avevamo chiuso l’affare, lo aspettavamo per le visite ma il Lione andò in Champions ed il ragazzo resto lì. L’anno dopo andò al Bayern: provai soddisfazione ma anche dispiacere”.

“Milik? Lo portai a Capri prima di farlo firmare”.

Fabian Ruiz? Volevamo prenderlo già a gennaio, non fu possibile ma riuscimmo ad ottenere una promessa dal ragazzo e dal procuratore. Ancelotti ce lo chiese e casualmente era l’unico giocatore che avevamo preso per l’anno nuovo”.

Cavani? Non credo che faccia parte della filosofia del club, che punta su calciatori che abbiano motivazioni nuove, dei nuovi Cavani”.

“Feeling con Ancelotti? Siamo una grande coppia, abbiamo vinto 5 Coppe dei Campioni in due. Carlo è molto sicuro: ha vinto perchè è sicuro, non il contrario. Mi ha trasmesso tanto, ci ha trasmesso tanto: è stata un’intuizione fantastica del Presidente. Io non ci credevo quando me lo disse: non pensavo che un allenatore di quel livello potesse accettare Napoli con questo entusiasmo”.

“Sarri al Carpi? Sì, provai a prenderlo ma non trovammo l’accordo per i suoi collaboratori, visto che i soldi erano pochi. Ci conoscevamo già, Maurizio mi disse che non sarebbe venuto a Carpi ma predisse il mio approdo in Serie A. Poi, quando De Laurentiis mi parlò delle varie soluzioni per la panchina, io sposai in pieno quella di Sarri. Voleva portarmi al Chelsea? Ci sentiamo anche spesso, Maurizio ha bisogno di una persona che si fida e che fa cuscinetto con squadra e società. Mi manca come persona, ma ho la fortuna di lavorare con Ancelotti, che mi sta dando bene e soddisfazioni”.

“Lasagna? Ebbi una soffiata, anche perchè ai tempi del Carpi non avevo tanti scout come ho adesso qui a Napoli. Vidi, tramite video, che era uno che andava veloce. Adesso abbiamo 5 osservatori, ci dividiamo i video e poi li andiamo a vedere in maniera mirata. Abbiamo un gruppo su whatsapp: è facile, comodo, eccetera. Non ho molto tempo di vedere i calciatori dal vivo perchè sono perso per la squadra”.

De Laurentiis? Mi chiama anche di mattina presto. Il Presidente ha un occhio di riguardo speciale nei miei confronti, mi tratta come un figlio e mi ha accolto nella sua splendida famiglia. Con me ha sempre avuto un grande approccio, non è mai stato arrogante nè ha alzato la voce. Mi chiamò Chiavelli, mi chiese di incontrarci il giorno dopo e, chiaramente, risposi di sì. Cinema? I film mi piacciono, spesso infatti faccio dei paragoni con Il Padrino”.

“Non mi godo mai il presente, questo è un mio limite: devo cercare di lavorare su me stesso. Se chiamo i miei collaboratori anche di notte? Lo faccio quando mi viene in mente qualcosa e penso che quello sia il momento giusto. Vidi Schick, che poi non presi, in un campetto di periferia in Slovacchia, ad esempio, e parlando, di mattina presto, con Pompilio gli dissi che avevo visto questo calciatore forte”.

Sono nato in un bar, nel bar di mio nonno dove si mangiava pane e calcio. Poi, man mano, questa grande passione si è sviluppata, contro la volontà della mia famiglia, quella legata allo studio. Non avevo grandi doti ma la volontà mi ha permesso di sopperire ai deficit fisici e tecnici. Ho giocato nei dilettanti e in Serie C, allenavo, aprii una scuola calcio e organizzavo camp”.

Il ds del Napoli è il protagonista dell’intervista realizzata da Gianluca Di Marzio, in onda mercoledì 2 gennaio su Sky Sport 24 alle 13:45.

I retroscena su Fabian Ruiz e sulla trattativa che ha portato Milik in azzurro, ma anche un rimpianto di mercato

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