L’agguato di Milano? Una rappresaglia, un’attesa durata due anni

0

 Un regolamento di conti. Una rabbia covata e montata addirittura per più di due anni. In molti si sono chiesti i motivi dell’assalto dei tifosi interisti ai pulmini dei napoletani il giorno di Santo Stefano. Risultati immagini per scontri ultras inter e napoliBisogna tornare indietro al 20 gennaio 2016, coppa Italia. La sfida degli insulti omofobi di Sarri a Mancini per capirci. In quell’occasione un gruppo di ultras del Napoli riuscì ad entrare nel settore ospiti del San Paolo scardinare una porta e un tornello di accesso. Tra le due tifoserie ci fu un breve scontro, fermato però dall’arrivo delle forze dell’ordine.
La tensione tra le due tifoserie proseguì anche durante la partita con diversi lanci di petardi e bombe carta dalla curva A del Napoli verso il vicino settore ospiti. Un assalto definito infame dagli interisti che nei giorni seguenti lamentarono una troppa libertà da parte dei rivali di potersi muovere all’interno dell’impianto. Botta e risposta sui social che ha fatto montare la rabbia fino all’episodio della scorsa notte. Basta fare un giro sui vari profili per capire quanto il clima sia più rovente che mai. Le due fazioni rivendicano la vittoria sul campo. «Interisti lanciatori di giavellotto. In 100 respinti da 30 persone», scrive un napoletano sottolineando come nonostante fossero in numero minore siano riusciti a tenere a distanza i rivali costretti a lanciare oggetti. «Avete preso gli schiaffi», replicano gli interisti. «Siete pieni di tagli», schernisce uno juventino rivale di entrambi. Evidente il riferimento alle coltellate. 
«Gemellati con l’ispettore» gli rispondono in coro. Poi spazio ad episodi passati: «Ti ricordo la smart» attacca un nerazzurro, «io le serate romagnole» replica un napoletano. Il botta e risposta si fa sempre più duro e si tirano fuori anche i morti: «Tutti in giro tranne Ciro», il riferimento al tifoso del Napoli, Ciro Esposito, gravemente ferito a Roma il 3 maggio del 2014 prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, e morto il 25 giugno 14 in ospedale. «Guarda bene manca anche Scio», ossia Luca Scio ucciso a Rimini con un colpo di cacciavite al cuore a soli 16 anni nel 1991. Fonte: Il Mattino

Factory della Comunicazione

Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.