Marekiaro Hamsik: “Non sarò mai il numero 1 a Napoli, sarà sempre Diego”

Il capitano azzurro ripercorre i suoi 12 anni all'ombra del Vesuvio

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Il capitano azzurro “Marekiaro” Hamsik ha rilasciato alcune dichiarazioni al portale dell’UEFA ripercorrendo il suo arrivo a Napoli, passando dagli allenatori avuti, fino ad arrivare allo storico record di reti e presenze in maglia partenopea: “Quando arrivai al Napoli il club era appena tornato in Serie A, era il 2007 e da allora sono passati 12 anni. In questo tempo il Napoli è cresciuto e diventato una delle squadre migliori del mondo. Abbiamo puntato a vincere il campionato in Italia per alcuni anni. Sfortunatamente abbiamo solo sfiorato il titolo, ma il Napoli appartiene alle squadre top in Italia ed in Europa”.

 

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I RECORD DI RETI E PRESENZE

“Ho un rapporto meraviglioso con Napoli e con i tifosi, loro apprezzano la mia fedeltà, il fatto che sia rimasto qua tutti questi anni. E’ raro avere un rapporto così al giorno d’oggi, sono onorato. Il record di gol di Maradona superato? Sono emozionato. Sono onorato di aver superato un giocatore come Maradona. Era il mio idolo, quindi sono particolarmente felice di averlo superato e di aver raggiunto questo record. Ovviamente, non sarò mai il numero uno a Napoli. Sarà sempre Diego. Ma sono felice di aver battuto il suo record, e lui si è congratulato di persona con me. Sono orgoglioso di essere entrato nella storia del Napoli, un club con una ricca storia e con dei tifosi unici. Un record così non verrà mai dimenticato, e ora faccio parte dei libri di storia di questo club.  Il record di presenze di Bruscolotti? E’ sicuramente un altro record importante per me, per la mia carriera. Sono orgoglioso di aver giocato così tante partite in questi 12 anni. E’ veramente incredibile. Sono molto onorato. Sono certo che non rimarrà imbattuto per sempre, ma sono felice di essere stato il primo a superare il record”. 

 

SARRI O ANCELOTTI?

Sono molto diversi. Sono due allenatori fantastici. Sarri ha fatto un lavoro magnifico: abbiamo giocato un calcio spettacolare per tre anni, ammirati in tutta Europa. Poi c’è stato questo cambiamento, sicuramente un buon cambio. Abbiamo l’allenatore che ha vinto più trofei europei, e anche se il modulo e il modo di giocare sono cambiati, otteniamo buoni risultati e giochiamo un bel calcio offensivo”.

A cura di Emilio Quintieri

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