Piero Calabrò: “La VAR uccide la poesia dello sport, basta con questa caccia alle streghe”

L'ex presidente della comunicazione rischi nel calcio della FIGC parla della VAR

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Ai microfoni di Radio CRC Targato Italia nella trasmissione “Un Calcio Alla Radio” di Umberto Chiariello è intervenuto Piero Calabrò, magistrato ed ex presidente della comunicazione rischi nel calcio della FIGC: “L’utilizzo del VAR? Il calcio è lo sport più amato del mondo per la sua semplicità. Il VAR è uno strumento accattivante, per carità, ma uccide la poesia dello sport. Campionati come quelli inglesi, lì non c’è il VAR e si accettano comunque le decisioni degli arbitri e si continua a giocare. Io il giocattolo non l’avrei toccato, perché piano piano il calcio diventerà uno spettacolo televisivo, allontanando la gente dagli stadi. Possono cambiare tutti i protocolli che vogliono, ma il calcio resta una recita umana che non si può interpretare con i mezzi tecnologici. La Juventus resta forte e vince anche senza aiutini. Bisogna collocare temporalmente gli errori arbitrali. A Valencia la Juventus ha sofferto un clamoroso torto arbitrale, ma ha comunque vinto in un campo difficile nonostante l’inferiorità numerica. Durante Torino-Juventus ci sono state delle interpretazioni arbitrali certamente opinabili, e anche in Roma-Genoa un contatto ancor più clamoroso non è stato fischiato. Bisognerebbe avere la freddezza e l’onestà di riconoscere ad oggi che la Juventus sia la squadra più forte, ad oggi. Io amo il Napoli, ho avuto il privilegio di conoscere Maradona, ma questa continua caccia alle streghe porta alla costruzione di una mentalità perdente. E poi, come fai a vincere contro una corazzata come la Juventus se vendi i tuoi migliori campioni e non li rimpiazzi adeguatamente. Chi vincerà sarà sempre chi non s’attacca a queste cose”.

 

Factory della Comunicazione

A cura di Emilio Quintieri

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