Pesante sconfitta in trasferta per i Leoni di mister Gildo Mendoza che cadono sul campo del Mithraeum, lo stadio Appio di San Tammaro. 3-0 perentorio della squadra di Santa Maria Capua Vetere, la quale ha trovato la via della rete grazie alla doppietta di Domenico Santoro ed alla marcatura di Leonardo Labate. Mister Gildo Mendoza si affida ancora al 4-3-3, conservando dieci undicesimi della squadra che ha sconfitto la Mimmo Natale domenica scorsa e schierando Obeng al posto dell’infortunato Tamburrino. Il primo tempo si conclude sullo 0-0, mentre nel secondo non c’è match, dopo un inizio incoraggiante con Emmanuel Osazuwa boa offensiva a calamitare tutte le transizioni offensive della squadra in maglia azzurra. Al minuto 11 arriva la prima rete del centravanti dei granata: Santoro, a tu per tu con Egido, tocca la sfera e supera l’estremo difensore degli ospiti con un pallonetto preciso. La seconda rete del numero 9 arriva, di testa, sugli sviluppi di un calcio piazzato al 28’. I Leoni terminano il match in dieci uomini, per la doppia ammonizione a Capitan D’Andrea, reo di aver protestato nei confronti del direttore di gara. Nel finale arriva anche il 3-0: minuto 41, Labate incrocia il tiro e scrive la parola fine sul match. Dopo il triplice fischio arbitrale, il direttore generale Francesco Orabona ha così commentato quanto accaduto: «E’ stata una partita molto difficile, combattuta. Abbiamo giocato contro una squadra formata da calciatori esperti, che si conoscono di più tra di loro: hanno ottenuto una vittoria meritata. Noi abbiamo avuto problemi nel secondo tempo: siamo calati sia mentalmente che fisicamente. Siamo una squadra giovane: ci sta. Non mi piace parlare del singolo, ma su questo campo sarebbero serviti calciatori tecnici che sanno saltare l’uomo: Giuseppe Pezone e Stefano Tamburrino, sicuramente, ci avrebbero dato una mano. Domenica, contro la Fertilia Boys, sarà la gara del riscatto: dobbiamo lavorare, lavorare e lavorare. Nel calcio, come dice Tascone, mio grande maestro, per vincere bisogna fare tre cose: correre, correre e correre».