Italo Cucci: “Hamsik vuol dire fiducia”
L’editoriale di Italo Cucci sul CdS:
“E adesso tutti a Anfield, con l’orgoglio dei grandi che ormai giocano alla pari con i protagonisti della Champions Story, fortificati dal doppio confronto con il Psg senza complessi di fatturato e col vantaggio di due risultati (e mezzo) su tre. Un Napoli finalmente europeo riassume in una notte le bellezze di sempre come se volesse – in un colpo solo – ringraziare Benitez, Sarri e Ancelotti e aggiungere, gol dopo gol: «Fidatevi di noi». Hamsik vuol dire fiducia e fedeltà, credetegli sempre, se scende in campo è per vincere, ha ormai filtrato con intelligenza tutti i dubbi del mister, ha raccolto col cuore la sfida del tempo. È suo l’inizio di una marcia inarrestabile, adesso il San Paolo canta, Ancelotti non fa scene, né smorfie, accenna un applauso e un sorriso da potente senza stupore, mettetegli in testa un colbacco, avrete un gerarca sovietico che gioca con le stelle. Rosse. Eppoi Mertens, che sollievo quando il piccolo grande uomo trova beffardo la porta e la viola due volte, ripetendo ormai a memoria, senza sbavature, la cerimonia che gli ha inventato addosso Mastro Sarri quando invece di tremare dava retta alla fantasia partenopea più che alle timidezze empolesi. E diventava Maestro. Nella ripetizione di nomi, schemi, gesti Ancelotti ritrova il Napoli già nato che lo tradisce – come a Genova, come domenica con il Chievo – solo quando vuol cambiarlo troppo per volergli mettere il suo marchio esclusivo, legittima quanto ingannevole intenzione. Gioca col campionato, si frega punti, prende sul serio l’Europa, va avanti implacabile stabilendo a suon di gol la reale differenza tecnica con la Stella Rossa, cosa che non gli era riuscita al Marakana. Nasce cosí il dottor Ancelotti e Mister Hyde, insolito sdoppiamento della personalità di un tecnico da sempre fedele a se stesso, abituato in Italia e in Europa a giocare su due tavoli – campionato e Champions – e ha deciso ora di osare tutto per non perdere tutto. Prima di Liverpool, 11 dicembre, ha una trappola che l’aspetta a Bergamo, quell’Atalanta che ha già ferito a morte il Napoli da scudetto; poi il Frosinone, per caricarsi a mille e andare a Anfield non solo né accompagnato dai soliti gratuiti sogni ma dalla sua gente che comincia a sentire vicino un passaggio epocale. Questo si è letto in una partita scritta soltanto dagli azzurri. Ai quali è mancato solo il gol di Koulibaly, in assoluto il bello del calcio. Lo tenga per Liverpool”.