Jonathan De Guzman, in una lunga intervista al quotidiano olandese Volkskrant, racconta del suo passato azzurro. Brutti momenti, problemi fisici di cui non si riusciva a comprendere la natura. “Mi misero a dieta, mangiavo meno carboidrati, mi sono riposato ma il dolore continuava. Gli esami davano esito negativo e Benitez mi disse di andare da un altro medico ma al Napoli non era consentito perchè il dott. De Nicola aveva il potere”, racconta l’ex azzurro. “Con l’arrivo di Sarri riuscivo a camminare ma non a correre al massimo della velocità. Non credevano che avessi problemi, pensavano me lo fossi inventato. Io stesso ho iniziato a dubitare dei segnali del mio corpo”. Quando nel 2015, ormai ai margini del progetto azzurro, l’olandese non volle accettare un’offerta del Bournemouth, la situazione degenerò. E il confronto con il ds Giuntoli divenne acceso, divenendo scontro fisico. “Improvvisamente mi ha dato un pugno in faccia e a quel punto sono impazzito – ha raccontato il giocatore -. Abbiamo iniziato a litigare furiosamente, volavano sedie”.
“Giuntoli si è davvero arrabbiato – ha proseguito De Guzman -. Il suo assistente mi ha detto: ‘Ascolta, se non firmi si arrabbierà molto, se non firmi sarai morto per il Napoli, non giocherai mai più’“. E in effetti così è andata. Dopo il duro scontro col dirigente azzurro, l’olandese non ha più visto il campo con la maglia del Napoli, finendo in prestito al Carpi e al Chievo, prima di essere ceduto all’Eintracht. “Quando è scoppiata la rissa c’era anche il mio compagno di squadra Zuniga che cercava di separarci – ha concluso l’olandese -. Mi diceva ‘dai, prendi le tue cose e vai a casa’”.
Una lite che ha rischiato di segnare profondamente la carriera del centrocampista, che ora invece ha trovato nuovi stimoli all’Eintracht. “Sento che sto giocando il mio miglior calcio, e ne sono molto orgoglioso. Soprattutto dopo tutto quello che mi è successo…”, ha raccontato.