Immaginiamo una discussione al tavolino di un bar. Il Napoli, l’Inter e l’anti Juve. Un voto, un parere, una classifica, segue un coffee-break. Siamo alla pausa per le Nazionali. Nella prima votazione, il Napoli è risultato in vantaggio di un paio di voti. Si sa che il 26 dicembre ci sarà la partita tra le due “anti”. Con molto garbo, il ragioniere Malaspina chiede attenzione e afferma: «La votazione riguarda questo momento di pausa del campionato, non è un sondaggio, un referendum, un quisquilie, una proiezione, un tip-top sul futuro del campionato». Interviene don Salvatore, pittore di alici: «E’ esatto. Torneremo a votare a Natale per il secondo step». Il cameriere Peppino si confonde: “Volevate dire stop?”. Chiosa con voce profonda Enrico Pignatiello, baritono mancato: «Step vuol dire passo, gradino, mossa». Il cameriere Peppino non eccepisce. «Non abbiamo calcolato i cinesi» urla improvvisamente don Salvatore pittore di alici. «Quali cinesi?» chiede ansiosamente don Ciccio portiere di palazzo. «I cinesi dell’Inter» precisa con sufficienza Pasqualino Pazienza giornalista on-line. Peppino il cameriere illuminandosi grida: «Ma noi abbiamo il miglior cinese del mondo!». «Che cosa andate dicendo?» chiede Carmelo Mirabello regista di teatro popolare. E Peppino trionfante: «Noi abbiamo san Gennaro!». «E che c’entra?» si oppone Enrico Pignatiello, baritono mancato. Il cameriere Peppino esultante: «San Gennaro non lo chiamiamo forse faccia gialla?». Pasqualino Pazienza, giornalista on-line acconsente: «Effettivamente è così per via del busto reliquario dorato». «Allora, san Gennaro è il nostro cinese, il più cinese del mondo» conclude il cameriere Peppino. «E san Gennaro non dice mai di no, come ha scritto Peppino Marotta» conclude Pasqualino Pazienza.
Fonte: CdS