A metà strada tra l’impresa e la beffa. Questo è quanto si può dire dopo la gara al Parco dei Principi, ma se vai oltre, se osservi bene, la crescita è lì, la personalità, pure, il grande tecnico neanche a parlarne. Sulle pagine del CDS, Ciccio Marolda commenta il Napoli di Parigi:
La notte di Parigi è comunque di quelle destinate a restare nella storia azzurra. Per il risultato che alla fine ha però il gusto amaro della beffa, ma soprattutto per l’autorevolezza che la squadra porta in campo e per le emozioni che sa regalare. Liverpool battuto e Psg che si salva all’ultimo secondo dopo essere stato messo in riga per quasi tutta la partita e a tratti strapazzato addirittura. Come dire che il Napoli di Champions non ha proprio paura di nessuno. Altro che farsela addosso “in albergo” ancor prima di giocarla, la partita. Altro che scappare dalle coppe perché troppe impegnative e ladre di energie. Certo, se in campo ci vanno sempre quelli diventa tutto complicato, ma se la fatica viene divisa in parti quasi uguali, beh, allora è tutt’altra cosa. Eccola, allora, la grande differenza tra il Napoli di ieri e quello d’oggi. Questo il segreto che dà a tutti la voglia di lottare e far scintille. E che fa scoprire al Napoli una personalità persino sorprendente.
Girone amaro. Girone maledetto. Girone malfidato, s’era detto. Giusto, ma non tocca più solo al Napoli imprecare. Tocca anche al Liverpool e soprattutto al Psg che il suo futuro in Champions ora dovrà giocarselo al San Paolo. Altro che Napoli ridimensionato nelle sue ambizioni internazionali! Non è così. Questo è un Napoli che quelle ambizioni se le ritrova ingigantite se è vero come è vero che in quanto a gioco ha messo sotto due delle squadre favorite per vincere la Champions. E se non fosse per quello sciagurato pareggio di Belgrado la qualificazione sarebbe praticamente cosa fatta. Ma va benissimo così, ci mancherebbe. Va benissimo così anche al di là di questo pari ingiusto, di Insigne, Mertens e tutto il resto. Va benissimo così perché sono partite come queste contro il Liverpool e contro il Psg che fanno crescere la squadra, che le danno certezze prima sconosciute. Napoli esaltante, dunque. Ma Napoli che deve stringere forte la mano ad Ancelotti. Alle sue rivoluzioni. Alle sue intuizioni. Alla sua voglia, perché no, di vivere a Napoli e col Napoli nuove e fantastiche sensazioni di successo. Questione di nuova filosofia, è vero, ma anche di crescita e d’investimento d’un club spesso ingiustamente tenuto lontano dalle celebrazioni. E don Carlo per il Napoli è stato un investimento che sta già dando risultati importanti e divertenti. E il bello, chissà, forse, non è neppure ancora cominciato.