De Laurentiis sul San Paolo: “Prima i lavori per le Universiadi e poi l’accordo per la convenzione”
Il presidente del Napoli parla anche di Piatek e della sfida contro il Psg
Casa De Laurentiis, per un giorno, è a Solopaca, è un viaggio nell’abbraccio collettivo di quei quattromila abitanti (circa) che aspettano per esprimere se stessi, le proprie emozioni, come se fossero a uno stadio e attendessero il fischio d’inizio o una serie di verità sul futuro che verrà. Piccoli acini d’un calcio da sorseggiare con dolcezza in un’intervista riportata dal Corriere dello Sport.
Si entra nel vivo della stagione, De Laurentiis, ammesso ch’esista ormai un periodo “morto”. «E noi siamo consapevoli di essere di fronte ad una strada piena di insidie, ma che possiamo evitare. Il Napoli cresce, si evolve e Ancelotti è andato, ma ne ero convinto, ogni oltre ottimistica previsione: gli avevo dato nove-dieci giornate per farlo ambientare e lui ha impiegato di meno».
E avete già cominciato a chiacchierare di futuro: contratto da tre a sei anni, come ci ha detto la settimana scorsa. «Ci stiamo lanciando reciprocamente l’amo per raddoppiarne la durata».
Ha puntato forte, con lui. «E mica veniva da una cavalcata, ma lo dico con rispetto, dalla serie C alla serie A! Un allenatore che ha vinto dappertutto, in qualsiasi nazione abbia allenato, non ha altro da aggiungere alla sua prestigiosa carriera che un successo a Napoli: ed è per questo che l’ho voluto, perché gli resta solo quest’altro traguardo».
C’è il campionato all’orizzonte ma l’eco della Champions è enorme, fragoroso… «Ma noi con il Psg abbiamo già avuto modo di incontrarci, al San Paolo».
Sa bene che tra una settimana sarà un’altra storia. «Sono tranquillo, ripensando alla vigilia, era il mattino della gara per la precisione, con il Liverpool. Io un po’ in clima pre-partita chiamo Ancelotti, chiacchieriamo, dico la mia, lui dice la sua e mi calma: presidè, stasera vinciamo. E abbiamo vinto».
Da Salah e company a Cavani, Mbappé e Neymar. «E noi rispondiamo con Ancelotti».
Il mercato sta entrando nel vivo e Piatek è la nuova stella che illumina il calcio italiano: le piace, eccome, e si è portato già avanti. «E’ vero che ne ho parlato con Preziosi ed anche con i manager del calciatore. Ed è vero che ci dobbiamo rivedere. Ma siamo sereni e non abbiamo fretta. Aspettiamo ulteriori risposte del campo, per verificare la funzionalità del giocatore nel nostro sistema. E comunque non bisogna esaltare o bruciare un ragazzo, dopo la prima esaltante prestazione o dinnanzi a una partita sbagliata: i ragazzi vanno attesi nella loro crescita. Però non nego quello che avete scritto».
Le piaceva anche Lasagna, un tempo. «Che Giuntoli conosce benissimo e del quale aveva avuto modo di elencarmi le qualità».
Le piacciono soprattutto Meret, Ghoulam e Younes. «Meret e Younes non li abbiamo ancora visti, ma noi sappiamo cosa possono darci. E quanto a Ghoulam, che sia fortissimo è noto a tutti».
Dalla Nazionale esce un Insigne sempre più autorevole. «E però con due gare sulle spalle e nei muscoli, per le partite della Nazionale. Questo è un problema serio, che andrebbe affrontato da tutti, perché riguarda ogni club: le federazioni ignorano le nostre esigenze nelle compilazioni dei calendari, ognuno tira l’acqua al proprio mulino, mentre noi siamo attesi da impegni centrali per la nostra stagione. Ci sono regole che andrebbero definite».
E rumors che si diffondono e scuotono: per esempio, Psg-Stella Rossa di Belgrado? «Chiedo a voi giornalisti: come la mettiamo con questa storia dei cinque milioni che sarebbero stati scommessi sulla partita? Mentre ero in vacanza, l’altro giorno, ho sentito delle vocine che sussurravano: qua, nel nostro girone, si potrebbe azzerare tutto e ripartire con tre società alla pari. E’ come un’onda che monta, ehhhh….».
Prima che succeda qualcosa, dovrete andare al Parco dei Principi. «E noi ce la andiamo a giocare… Io ho Carlo, ve l’ho detto».
C’è movimento intorno al San Paolo. «I lavori per le Universiadi, grazie anche all’intervento della Regione, permetteranno un restyling importante. E poi, attraverso un negoziato con il Comune, vedremo se sarà possibile assegnare lo stadio al Napoli per cento anni o trovare un accordo per una nuova e lunga convenzione. Siamo in contatto continuo con l’amministrazione comunale, con l’assessore, con il capo di Gabinetto, Auricchio. Noi dobbiamo preoccuparci dei quarantamila che vengono alle partite ma anche dei quaranta milioni di sostenitori nel mondo, quelli che ci guardano in tv. Purtroppo il Governo non ha fatto niente per favorire le famiglie e le ha allontanate dal calcio. Nel frattempo io faccio parte del Comitato per le Universiadi, per le quali c’è un Commissario con grandi capacità».
La Redazione