Qui c’è l’unica squadra intercambiabile e multiruolo. Non è solo questione di turnover (otto gli avvicendamenti rispetto alla sfida contro il Liverpool di mercoledì scorso) ma anche di piena assimilazione dei principi tattici di Mr. Champions, che a differenza del suo predecessore – Sarri aveva tante grandi qualità e alcuni evidenti limiti – sfrutta a fondo le risorse messe a disposizione dalla società. Ancelotti ha schierato in coppa da terzino Maksimovic, che era stato costretto ad emigrare a Mosca perché non c’era dialogo con Maurizio, e contro il Sassuolo ha lanciato Ounas – bricioli di presenze nella scorsa stagione – da seconda punta. E la risposta del francesino è stata impeccabile, con un gol dopo due minuti. Stop di destro e tiro di sinistro, una vera magia, che ha confermato la capacità degli azzurri di segnare al primo errore degli avversari: era accaduto anche contro Torino, Parma e Juve. Peccato che un altro giovane, Diawara, abbia ancora una volta tradito le aspettative di Ancelotti, che lo ha bocciato inserendo l’ottimo Allan (nella fase in cui il Sassuolo stava riemergendo sono entrati anche Callejion e Insigne).
Il leader di questo gruppo è l’unico napoletano del Napoli, che diventato centravanti (e sgravato da compiti estremamente difensivi sulla fascia) ha segnato sette gol in questo inizio di stagione tra campionato e Champions. Dal Liverpool al Sassuolo niente è cambiato per Insigne, a cui si affiderà anche Mancini per tentare di risolvere i problemi offensivi della Nazionale. È stato pesante la rete di ieri perché ha placato le ansie dei compagni, di Ancelotti e della tifoseria, così come era accaduto contro il Liverpool. Il Sassuolo, dopo l’inserimento di Berardi, aveva cominciato a pressare sulla difesa azzurra. L’imprecisione sotto porta, emersa contro il Liverpool come contro gli emiliani, è un limite da cancellare in fretta.
I tentativi del Sassuolo di pareggiare hanno fatto scoprire Ospina. Il portiere colombiano, arrivato il giorno prima dell’inizio del campionato e subito preferito da Ancelotti a Karnezis, era partito tra tante incertezze e anche nel primo tempo a Fuorigrotta è stato imperfetto. Invece nella ripresa si è esibito in alcuni decisivi interventi sull’1-0: un’iniezione di fiducia per il colombiano ex Arsenal che non vuole sentirsi di passaggio tra i pali. Peraltro non ci sono certezze sui tempi di recupero di Meret, che si è infortunato nel secondo giorno di ritiro a inizio luglio ed è ancora ai box.
È vero che il Napoli, crollato a Torino dopo il vantaggio di Mertens, è a sei punti dalla Juve che non ha commesso un passo falso in campionato e in Champions ma il torneo è lungo e i bianconeri dovranno presentarsi al San Paolo a inizio marzo. C’è tempo per ridurre o annullare il margine di distacco ed ecco perché le indicazioni ricevute in questa settimana – esclusa quella all’Allianz Stadium in cui gli azzurri si fecero schiacciare – sono incoraggianti. Può crescere ancora questa squadra che è in attesa del recupero di Ghoulam, uno dei migliori esterni europei finché nello scorso novembre non subì il primo di due gravi infortuni. E bisognerà vedere gli sviluppi del caso Cristiano Ronaldo: la clamorosa vicenda delle accuse di stupro rischia di avere un effetto pesante sulla stagione della Juve, che ha intanto già subito un duro colpo in Borsa.
Fonte: Il Mattino