Gazzetta, ora godiamoci Max verso Carletto, noi non credevamo in Ancelotti

Ancelotti, esperto com’è, è il primo a sapere che Cristiano Ronaldo finora ha solo disfatto le valigie

0

Ieri, alle operazioni di peso, Juve e Napoli si sono guardati negli occhi senza abbassarli e hanno gonfiato i muscoli. Allegri ha segnato quasi subito con Dybala, che non ne aveva ancora fatto uno. Come a dire: occhio, ora ci siamo proprio tutti. Ancelotti ha lucidato le punte: un gol del solito Insigne e due di Milik. Come dire: occhio, Koulibaly può sempre salire da dietro, ma anche davanti non siamo messi male. Sia Allegri sia Ancelotti hanno lasciato riposare i totem in panchina (Chiellini, Hamsik) e hanno ritirato dal campo dei titolarissimi (Insigne, Pjanic) per non farli stancare troppo. Juventus e Napoli si sono sbarazzate di Bologna e Parma senza affanno e senza rischi. Un avvicinamento parallelo al ring. Sabato prossimo, ore 18, il gong all’Allianz Stadium di Torino. Prepariamoci a un grande match che dirà tanto su questo campionato, perché una Juve a +6 sull’avversario, al momento, più competitivo, dopo sole 7 giornate, sarebbe un messaggio tremendamente sconfortante. L’aggancio del Napoli in vetta, ma anche un pareggio in casa dei campioni, trasmetterebbe coraggio alla concorrenza attardata, fermo restando il baratro di valori tra la squadra che ha impressionato a Valencia e le altre.

Factory della Comunicazione

Il Napoli si alza dall’angolo competitivo come pochi in estate avrebbero immaginato dopo sole sei giornate. Lo confessiamo per onestà: neppure noi. Immaginavamo di vedere più a lungo la squadra del primo tempo contro il Milan e di Marassi, spaesata e confusa tra vecchie e nuove conoscenze. Invece Ancelotti, dall’alto del suo magistero, ha saputo trasmettere in fretta una nuova identità, con esperienza e buon senso. Il 4-4-2 ha compattato un Napoli che era abituato ad allungarsi per deformazione da pressing sarriano. La squadra, plagiata dal passato vincente di Re Carlo, lo ha seguito ciecamente. Alla Juve, oltre a uno scudetto già vinto e perso nella pioggia di Perugia, rimproverarono ad Ancelotti di non aver riconosciuto il talento offensivo del giovane Titì Henry, mandato a sfiancarsi sulla fascia. Carletto ha dispensato Insigne dal galoppo laterale e ne ha ricavato un bomber, più lucido, da 5 gol in 6 partite. Hysaj e Mario Rui, soldatini tattici, erano una filastrocca che ben rappresentava le scelte eterne di Sarri. Vedere in fascia Luperto e, ieri, la testa gialla dell’effervescente Malcuit è un’altra spia del nuovo mondo. Sabato scopriremo se tutto ciò basta per pareggiare il vecchio, perché l’ultima volta a Torino il Napoli di Sarri ha vinto. Ancelotti, esperto com’è, è il primo a sapere che Cristiano Ronaldo finora ha solo disfatto le valigie. Partite come quella di sabato, che sanno di scudetto, potrebbero farlo deflagrare. Più la temperatura sale, più CR7 decide: lo racconta la sua storia. Sabato ci godremo un gran match. Fuori i secondi.

Fonte: gasport

Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.