Sandulli (Pres. Corte Figc): “C’è una sorta di fibrillazione che coinvolge tutti i campionati professionistici”
Ad “Un Calcio Alla Radio” su Radio CRC Targato Italia, trasmissione condotta da Umberto Chiariello, è intervenuto il professor Piero Sandulli, Presidente della Corte sportiva di appello della FIGC: “
C’è una sorta di fibrillazione che coinvolge tutti i campionati professionistici. Meno forse la serie A. In serie B si attende la sentenza da un momento all’altro presso il Collegio di Garanzia del CONI e la serie C non riesce a impostare i suoi parametri. Ricordo un caos del genere in passato? Nel 2003 ci fu un caos simile, quando ci fu l’allargamento a 22 squadre proprio per vicende di carattere giudiziario e normative. Tanto è vero che proprio in quell’anno fu varato un decreto legge in tal senso il 19 agosto. Quindi fu una vera e propria emergenze, ma in fondo il calcio ha abituato i suoi operatori a lavorare in emergenza, così come tutte le federazioni. Prima norma da rispettare è la certezza del diritto? Vero. Ma bisogna badare anche al diritto economico. E quindi i dirigenti devono cercare anche di aiutare le dirigenze dei club a programmare le proprie stagioni e ad aumentare i propri profitti. Spero che la vicenda della serie B finisca bene. Possibile elezioni Abodi? Io mi auguro che la federazione possa esprimere un candidato il più presto possibile, anche perché una grande emergenza è che manca un pensiero collegiale. Serve una voce interna dell’intero collegio. Una serie B a 23 squadre? Il problema è che diventa difficile estendere il calendario oltre i 365 giorni all’anno (ride n.d.r). È difficile gestire campionati così mastodontici. Una situazione del genere creerebbe difficoltà alle società che devono programmare la stagione e ai giocatori di recuperare. Non nascono campioni? Forse ci sono ma non ce ne accorgiamo. Rapporto tra le leghe e Figc? Auguriamoci che si possa tornare ad un lavoro di squadra con le leghe. Se queste non collaborano con la federazione si rischiano di formare dei sistemi sempre più individuali e di conseguenza più fragili ”.