E. Fedele: “È un Napoli incompiuto o incompreso?”

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 Il pensiero di E. fedele sul Roma
“Penso proprio che questo Napoli sia in un completo stato confusionale ed occorre subito uscire dall’equivoco prima che sia troppo tardi. Ho notato che quando ha vinto, Ancelotti è stato esaltato come un mago, dopo la sconfitta con la Sampdoria invece è stato bollato come un tecnico con le idee poco chiare. La verità, purtroppo, è che in questo momento il Napoli è incompiuto o incompreso. Certamente non è più la squadra di Sarri, visto che a Genova mancavano ben sei giocatori dell’undici base che conquistò i 91 punti nella passata stagione, ma non è nemmeno la squadra di Ancelotti visto che tra i neo arrivati Verdi ha
giocato per un solo tempo in un ruolo non suo e Ruiz è rimasto tranquillamente in panchina. Allora occorre fare chiarezza e tagliare con il passato: Sarri era il bravo maestro di scuola che insegnava a memoria la lezione agli alunni, costringendoli a non andare oltre, mentre Ancelotti non cura l’allenamento con la maniacalità dell’esercizio ripetuto mille volte, fino alla noia, ma lascia libertà di fantasia ai giocatori, sapendo che sono loro che in campo risolvono i problemi. Maurizio ci ha fatto solo odorare il piatto senza farcelo gustare per la sua testardaggine, siamo arrivati secondi senza vincere nulla; il calcio, ma lo sport in genere, non è solo bellezza, se non vinci sei perdente e sugli almanacchi, anche se conquisti un esaltante secondo posto, il tuo nome non compare. Dico questo per invitare il bravo Sarri a misurare le parole perché sono certo che se avesse voluto avrebbe potuto accettare le condizioni di De Laurentiis. Ma il Chelsea era già nella sua mente da tempo…. Ancelotti ora pensi a lavorare in
tranquillità, uscendo dall’equivoco: 4-3-3 o 4-2-3-1? Nel primo modulo c’è spazio per Hamsik e Callejon e non per Verdi e Ruiz, nel secondo, che è quello che preferisce il tecnico, invece, via libera per l’ex giocatore del Bologna, che può farsi valere a ridosso delle punte, con Allan, Diawara e Zielinski. In entrambi i casi, però, io farei giocare sin dall’inzio Mertens, che è agile e conosce a memoria i movimenti dei compagni, lasciando Milik in panchina. In quanto al portiere, meno male che in queste prime partite non c’era Meret perché avrebbe preso forse meno gol ma avrebbe ugualmente fatto rimpiangere Reina“.

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Fonte: Il Roma

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