CdS – Tre approcci sbagliati, il quarto  non è ammissibile

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Ma la testa dov’era, in quel preciso istante, che in realtà non è stato un battito di ciglio ma un tempo più o meno lungo, dilatatosi di partita in partita? L’ apoproccio, la prima mezz’ora, all’Olimpico, il Napoli non c’era; e neanche nella sua prima ora al san Paolo, contro il Milan; e poi per farla “giusta”, addirittura non c’è stato per un’ora e mezza a Marassi. E’ stato un corto circuito (quasi) collettivo, come se ai blocchi di partenza non avessero sentito lo sparo: o semplicemente è accaduto (anche) altro, s’è creato uno stato di confusione generale, dal quale il Napoli è rimasto sopraffatto, non riuscendo mai a trovare né le giocate, né l’opposizione. Ma sono segnali preoccupanti che finiscono per rallentare il processo innovativo, dal punto di vista tattico, di una squadra che ha tatticamente in sé qualità indiscutibili e che deve risolvere i propri equilibri partendo proprio dalla testa. E’ una questione di mentalità, si direbbe, o anche semplicemente di approccio, di impatto sulla partita, di concentrazione su cui Ancelotti è costretto a lavorare, ponendo una serie di elementari quesiti a questo Napoli pallido, che ha offerto di sé la sensazione di una leggerezza eccessiva, mai sfociata però nella presunzione. E’ stato tutto sbagliato e, si aggiungerebbe, è quasi tutto da rifare: «Una volta può succedere e forse anche tre, ma quattro proprio no».  Fonte: CdS

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