L’approfondimento di Riccardo Muni: “Situazione rischiosa”

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Mentre il campionato osserva un turno di riposo, a Napoli è esplosa una diatriba tra sarristi e delaurentiani. La scintilla l’ha fatta scoccare una recente intervista rilasciata da Maurizio Sarri, in cui da un lato ha espresso ammirazione e riconoscenza ai suoi vecchi calciatori e dall’altro non ha lesinato critiche ad Aurelio De Laurentiis. Il tecnico di Figline ha persino giustificato il gesto di Higuaìn che, come tutti ricordano, lasciò Napoli di nascosto, meritandosi massicce dosi di fischi da parte dei suoi ex tifosi. Secondo Sarri, la colpa dell’addio del Pipita fu colpa esclusivamente del patron del Napoli. Non sono mancate le recriminazioni nei confronti don Aurè, colpevole di aver tradito il rapporto con il suo ex allenatore. Secondo Sarri, mentre era ancora indeciso sul rimanere alla guida del ciuccio oppure dirgli addio, De Laurentiis aveva già annunciato Carlo Ancelotti quale erede di Maurizio Sarri. Le parole al miele ai ragazzi eccezionali che meriterebbero di realizzare quel sogno nel cuore, ha stemperato i toni delle dichiarazioni. Beninteso, le dichiarazioni di Maurizio Sarri sono arrivate dopo una miriade di accuse e frecciatine indirizzategli da Aurelio De Laurentiis che, proprio nelle settimane estive, ha sparato a zero contro tutto e tutti. La cosa preoccupante è che il Napoli di Ancelotti, reduce da una cocente sconfitta subita per mano della Sampdoria, avrebbe bisogno che tutto l’ambiente partenopeo gli facesse quadrato attorno. Che le dichiarazioni del tecnico del Chelsea siano state riportate dalla stampa napoletana è sorprendente è rischioso al tempo stesso. Perché la stampa del capoluogo campano non prende esempio da quella del nord piuttosto che da quella della capitale? Perché non si riesce a capire che, in alcuni frangenti, sarebbe più opportuno fare il gioco del Napoli piuttosto che mettergli i bastoni tra le ruote? La diatriba tra sarristi e delaurentiani, ossia tra la frangia di tifosi che vedono in De Laurentiis colui che ha riportato il calcio a Napoli, dopo la pagina nera del fallimento e quella che vedeva in Sarri l’unico vate in grado di sovvertire la geografia del pallone è impazzita. Personalmente, ho sempre tessuto le lodi di entrambi a cui non ho fatto mancare le critiche che ritenevo giuste poiché, da semplice tifoso, ritengo la squadra della mia città l’unica cosa che davvero conta. Il Napoli esisteva prima di Aurelio De Laurentiis e prima di Maurizio Sarri, esiste ancora senza il tecnico nativo di Bagnoli e continuerà ad esistere anche quando la dinastia dei produttori cinematografici passerà la mano. Sembra banale ma è pura verità: contano solo la maglia e la città.

Factory della Comunicazione

Riccardo Muni
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