Ancelotti
Alle volte certe foto possono dire molto di più delle parole. Prendete, ad esempio, la prima di Carlo Ancelotti da allenatore del Napoli. Spalla-spalla con De Laurentiis e le dita a indicare una pistola. Carletto voleva far capire fin da subito che le sue intenzioni da allenatore del Napoli sarebbero state delle più bellicose. Alla faccia di chi pensava che la sua avventura in azzurro sarebbe stata il preludio della pensione. Ancelotti è carico a pallettoni, e lo sta dimostrando eccome. Due partite ufficiali e già due rimonte da urlo. Perché al di là del risultato, il Napoli ha dato l’impressione di essere sempre padrone del proprio destino. Ed è per questo che dopo appena due settimane dall’inizio della serie A Carletto ha trascinato tutta la tifoseria dalla sua parte.
NORMAL ONELo ha fatto con la sua proverbiale tranquillità e serenità. Mai sopra le righe, mai una parola fuori posto. E sopratutto sempre dalla parte dei suoi ragazzi e di una città che giorno dopo giorno se ne sta innamorando. Sarà anche per questo che dopo anni di esilio, un allenatore azzurro ha scelto di vivere a Napoli. In città, a via Tasso, nello stesso parco dove hanno vissuto anche Bigon, Cavani e Higuain. Non ha voluto una casa a due passi da centro sportivo di Castel Volturno, perché il lavoro è importante, ma non è tutto. E allora Ancelotti ha scelto di vivere con il mare di fronte e tutte le bellezze di Napoli a portata di mano. Al momento si è concesso solo qualche piccolo tour, sopratutto culinario, che si è concluso con una pizza da Concettina ai tre santi dove si è lasciato ammaliare dalla cucina di Ciro Oliva. Chissà che il consiglio non gli sia arrivato dai giocatori che un anno fa organizzarono proprio nella pizzeria della Sanità una delle ultime cene di squadra.
FUORI PORTAIl primo approccio con Napoli, però, era stato caratterizzato da un weekend di mare sull’isola di Capri in compagnia del figlio Davide e del presidente De Laurentiis. Lì il primo vero e proprio bagno di folla e di amore azzurro con tanto di incontro con il club di tifosi del Napoli di Capri. Un mix spettacolare tra tifo accorato e cornice da sogno. Il tutto in attesa di qualche altra gita alla scoperta delle bellezze di Napoli e dei suoi imperdibili dintorni.
IL KARAKOKEChe a Napoli la canzone fossei di casa non lo ha scoperto di certo Carlo Ancelotti, ma da quando è lui l’allenatore degli azzurri, la musica è entrata con prepotenza nello spogliatoio della squadra. Fin dal ritiro di Dimaro, il karaoke è diventato ospite fisso alla tavola degli azzurri. E, inutile dirlo, Carletto è diventato il mattatore. Le immagini (e le note) della serata di presentazione della squadra in Trentino sono ancora negli occhi (e nelle orecchie) di tutti i tifosi, rimasti letteralmente ammaliati dalla semplicità e dal carisma del nuovo allenatore. Lo stesso che è passato dal palco di Dimaro, mattatore con il microfono in mano, all’abbraccio nel tunnel degli spogliatoio dell’Olimpico di Roma con Andriy Shevchenko. Perché Ancelotti è anche questo: l’allenatore dei grandi campioni. Di quelli che a distanza di anni non si sono dimenticati di lui (l’abbraccio e le parole di Gattuso in occasione della gara col Milan ne sono state l’ennesima dimostrazione), perché Ancelotti è un tipo di allenatore che non può non entrarti dentro. Ma senza prepotenza, senza l’utilizzo della forza o della violenza. Ecco perché forse quel gesto della pistola nella prima foto da allenatore del Napoli aveva portato tutti fuori pista. Doveva essere caricata a salve, perché il suo stile è quello della gentilezza. La pistola era solo un gioco, anche se il suo preferito è chiaramente il calcio.