Gazzetta – Segnale forte delle due regine del campionato
Sciabolate che hanno lasciato il segno come neanche Zorro ai tempi d’oro. Aspetti Ronaldo e Higuain e sbucano Pjanic e Zielinski. Uno apre la strada alla vittoria della Juve, l’altro alla clamorosa rimonta del Napoli. E così le due regine dello scorso anno si ritrovano ancora una volta lassù, appaiate, a punteggio pieno dando subito un segnale al campionato. Anche se l’acrobazia più bella e più difficile della giornata era stata quella di Jack Bonaventura che aveva lanciato il Milan verso quella che sembrava la vittoria perfetta per rilanciare le ambizioni rossonere. Esce battuto il Milan dal San Paolo ma non vinto e nonostante la delusione sia cocente dopo essersi trovato sul 2-0, non deve demoralizzarsi troppo: per quasi un’ora ha tenuto il campo con ordine, palleggiato, controllato e poi colpito come fa una grande squadra. Poi quando il più sembrava fatto, Zielinski ha risvegliato il Napoli che negli ultimi 40 minuti ha saputo reagire e ribaltare il risultato ritrovando il pressing, i triangoli, l’intensità, le giocate, i colpi che hanno contraddistinto le fasi più esaltanti dell’era Sarri. E forse non è stato un caso che a risolvere la partita sia stato un simbolo dei tempi belli, quel Mertens inizialmente lasciato in panchina e poi messo da Ancelotti nel momento della verità. Carletto, diventa subito eroe del San Paolo, e si gode il primo grande bagno di entusiasmo della tifoseria napoletana, che non ha risparmiato a Higuain il mare di fischi promesso. Il Pipita è uscito alla distanza, provando a caricarsi il Milan sulle spalle proprio quando era alle corde. Non ha trovato il gol ma ha giocato una ripresa di grande personalità, quella che è mancata ad alcuni suoi compagni.
Dall’HD al KBBPM. Non è un refuso o uno scioglilingua e neanche un codice fiscale, sono solo le iniziali dei giocatori che chiariscono il cambiamento in casa Juve. Se lo scorso anno il compito di decidere le partite era lasciato – soprattutto – alla coppia d’attacco Higuain-Dybala (5 gol su 7, di cui 4 di Paulo, nelle prime due giornate), la nuova Juve, più corale, offensiva e imprevedibile, manda in gol tutti. Khedira, Bonucci (con deviazione) Bernardeschi, Pjanic, Mandzukic: cinque gol, cinque marcatori diversi. La Juve può permettersi di prolungare l’attesa spasmodica per il primo gol bianconero di Ronaldo e di lasciare in panchina tutta la partita Dybala in ritardo di condizione. Già Ronaldo, si legge in ogni sua giocata la voglia di segnare: deve prendere le misure al nostro campionato, Cristiano, conoscere meglio i compagni, trovare nuovi feeling tecnici. Ma CR7 segnerà e tanto, sarà decisivo e tanto. Non possono esserci dubbi: semmai ci si chiede quando la Juve avrà al massimo anche Dybala e Ronaldo, chi potrà tenerle testa fino in fondo. Perché il valore aggiunto della Juve di quest’anno non è solo la presenza del Marziano, ma la quantità di giocatori decisivi che a turno possono risolvere la partita. In due match i gol sono arrivati su un inserimento di un difensore, poi da due centrocampisti e due attaccanti. Contro la Lazio, buona solo nella prima mezz’ora, la catena di destra Cancelo-Costa ha mostrato nel secondo tempo i suoi potenziali effetti devastanti. Pjanic fresco di rinnovo ha comandato il gioco e segnato un gol bellissimo, stravincendo il duello a distanza con Milinkovic, lontano parente del satanasso che ha spinto Lotito a chiedere per lui 120 milioni da eventuali pretendenti di mercato. La sensazione è che la permanenza a Roma non sia stata ancora metabolizzata dal serbo. E’ presto per i bilanci e ancor più per i facili processi: soprattutto se nelle prime due partite sei costretto d incontrare le prime due del campionato precedente. Ma la Lazio se vuole concorrere per un posto in Europa deve recuperare in fretta la freschezza, l’entusiasmo e l’imprevedibilità che l’anno scorso l’hanno resa protagonista.
Fonte: Gazzetta Sport