Da Il Mattino
Ma si aspettava il sì di Ancelotti a De Laurentiis?
«È una grande sfida che gli rende onore. Perché dietro una grande sfida c’è anche il senso di un grande rischio che poi è alla base di ogni avventura. Non so se il Napoli ripeterà il risultato dell’anno passato, ma una cosa è certa: De Laurentiis ha preso il migliore. Carletto è un maestro, un savio nel senso latino del termine».
Savio. Gli piacerà essere definito così?
«Certo, ha equilibrio, buon senso e sa districarsi in qualsiasi situazione. Questa non è semplice perché il Napoli l’anno scorso si è superato, anche se a volte lì a Napoli pare che non lo abbiano capito tutti».
Sacchi, perché il grande gioco dello scorso anno non ha portato alla vittoria?
«Perché i ragazzi di Maurizio non avevano esperienza di vittorie e sono crollati psicologicamente. Dopo la sconfitta di Firenze, nelle ultime giornate potevano fare anche 10 gol a partita, perché era come se si fossero tolti di dosso un peso».
Ancelotti può far crescere questo gruppo?
«Ora quel gruppo ha un anno in più. Non è poco. È l’uomo giusto, sì. Poi Carlo lo ha fatto da ogni parte. Forse solo al Bayern non gli è riuscito: ma lì non c’entra l’eredità di Guardiola ma il fatto che ha trovato dei complicati equilibri all’interno dello spogliatoio».