Da mucchio selvaggio a si gonfia la rete, con Premium si spengono anche radiocronisti storici
In principio era «Il mucchio selvaggio», come da titolo del libro di Giancarlo Dotto e Sandro Piccinini sui giornalisti calciofili della radio e tv private degli Anni 70 e 80. Inviati creativi, capaci di collegamenti di fortuna, da balconi di palazzi o cabine telefoniche Sip. Pirateria giornalistica, sotto i baffi della Rai monopolista di immagini e parole. Forma di precariato che ha forgiato generazioni di giornalisti radio-televisivi. Oggi il mercato ha chiuso i recinti, vige la dura legge di diritti radio-tv sempre più definiti e protetti. Mare ristretto per i corsari e nessuna pietà. Sull’altare di Mediaset Premium, spogliata della trasmissione in diretta delle partite di Serie A, sono stati sacrificati i sei telecronisti-tifosi in organico (soltanto sei squadre su venti godevano dell’optional). Alcuni di questi sei sono nati col «mucchio selvaggio» di cui sopra. Per esempio Carlo Pellegatti, voce storica del Milan, pioniere del genere. Poi sono state spente le dirette di Raffaele Auriemma (Napoli), Guido De Angelis (Lazio), Antonio Paolino (Juventus), Christian Recalcati (Inter) e Carlo Zampa (Roma). La figura del telecronista resiste in una riserva indiana a Sky: se si cambia l’audio alle partite di Inter, Juve, Lazio, Milan, Roma e Torino, è possibile ascoltare le telecronache dei canali tematici di queste squadre. Diversità che rileva: Sky, a differenza della vecchia Premium, non scrittura in proprio i telecronisti-tifosi, rilancia quelli ingaggiati dai club con tv dedicata. Fonte: gasport