Un Savoldi da record e non solo quello dei due miliardi!

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Milik è Milik, ed ogni paragone è superfluo, anche perchè, soprattutto rispetto al passato, il calcio è cambiato, il ruolo dell’ attaccante è cambiato. Oggi non più solo numeri “9”, ma anche 99…appunto. La storia azzurra è sempre stata costellata di attaccanti che hanno fatto sognare la piazza, per esempio Savoldi, mister due miliardi…Il Mattino scrive:

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Se l’acquisto di Hasse Jeppson per 105 milioni nel 1952 fece scalpore, quello di Savoldi per due miliardi nel 1975 stabilì un record. Mai nessun giocatore era stato pagato tanto. In realtà, per averlo dal Bologna, il Napoli pagò 1400 milioni più la cessione di Clerici e Rampanti. Fu chiamato “’o marajà”. La stampa italiana ed europea accusò Napoli di sperperare soldi nel pallone mentre la città era invasa dai rifiuti. Ma Enzo Biagi scrisse: “A Napoli sono in crisi non perché hanno comprato Savoldi, ma perché non hanno saputo vendere i Gava”. I Gava, democristiani, dominavano in città. Il debutto al “San Paolo”, contro il Como, fu rocambolesco. Partita sullo 0-0 e rigore per il Napoli. Tira Savoldi e il portiere para. L’arbitro fa ripetere. Secondo tiro sul palo. A fine partita un altro rigore per il Napoli e, finalmente, Savoldi segna (1-0). I tifosi ne cavarono una canzoncina: “San Gennaro dacci tre rigori che il primo Savoldi lo tira fuori, il secondo se lo fa parare e il terzo lo va a segnare”. Nel primo campionato con Savoldi, il Napoli vendette 70.402 abbonamenti, record mai superato, neanche ai tempi di Maradona. Nei quattro anni di Savoldi, il club azzurro incassò oltre 10 miliardi, ma non andò oltre il quinto posto benché il centravanti segnasse con bella regolarità. A Napoli incise due dischi: “La favola dei calciatori”, che vendette 70mila copie, e “Uè” di ispirazione napoletana. 

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