Tanti numeri 9 della storia azzurra. Ricordate Evaristo Barrera o Riza Lustha?
Ma tanti sono i nomi dei giocatori con la maglia numero 9 che vengono in mente. Prima della guerra, c’era stato l’argentino Evaristo Barrera, 30 anni, preso dalla Lazio, fisico da sfondatore e tiro micidiale. Riza Lustha era albanese e aveva i piedi piccoli (calzava il 36). Venne dalla Juve e rimase solo un anno in azzurro. Dante Di Benedetti e lo slavo Ivan Suprina, giunto al Napoli dallo Strasburgo, furono i condottieri dell’attacco nel dopoguerra. Suprina era un autentico maramaldo, rubacuori e centravanti acrobatico.
Roberto La Paz, mulatto uruguayano, alto due metri, fu il primo giocatore di colore del campionato italiano. Arrivò al Napoli nel 1947, giocò tre stagioni in maglia azzurra e segnò solo sette gol. Ma era un gran personaggio, simpatico e intelligente. Collezionava sveglie. Quando andò via da Napoli si trasferì in Francia e finì col fare lo scaricatore di porto a Marsiglia.
Questi sono stati i centravanti, con Postiglione, Tomeazzi, Fanello, il malinconico Ramon Diaz, Penzo lo spilungone e Ciccio Baiano, che hanno fatto la loro parte con la maglia numero 9 del Napoli. Poi, il declino della squadra azzurra ha richiamato al San Paolo centravanti che hanno lasciato orme vaghe se si eccettua Roberto Stellone che, in quattro stagioni, con 30 gol precede di una rete Clerici fra i centravanti azzurri, però giocando tre campionati in serie B.
Massimo Agostini, 13 gol, è stato un “condor” che volò basso nel Napoli a metà degli anni Novanta. Nicolino Caccia di Castello di Cisterna, 7 gol, sembrava un bimbo sempre sul punto di piangere. Igor Protti fu il lieve sparviero di una stagione (4 gol). Il pugliese Nicola Amoruso venne in esilio dalla Juve. Più sostanzioso l’apporto di Claudio Bellucci, 24 reti, e Davide Dionigi, 27.Con molte speranze e grandi promesse arrivò Emanuele Calaiò, palermitano con moglie napoletana, 23 anni, che contribuì con le sue reti alla risalita del Napoli di De Laurentiis in serie A. E una citazione merita l’argentino Roberto Sosa, il Pampa, per i suoi gol in “zona Sosa” e l’attaccamento alla maglia azzurra. E’ stato uno degli ultimi a giocare col numero 10 di Maradona, il 30 aprile 2006 al San Paolo segnando un gol al Frosinone.
Benché fosse più ala che centravanti, ma giocò con la maglia numero 9, Stefan Schwoch è fra i cannonieri del Napoli di maggior rilievo. Nel campionato di serie B 1999-2000 realizzò 22 reti eguagliando il record stagionale di gol di Sallustro (1928-29) e Vojak (1932-33). Fonte: Il Mattino